Nessuno dei due potenziali acquirenti dello stabilimento Dialifluids di Canosa Sannita (Chieti), individuati attraverso un’attività di ‘scouting’, ha fornito sufficienti garanzie di possedere un business esistente sostenibile e quindi di essere in grado di garantire la produzione presente e futura del sito; inoltre, nessuno dei due potenziali compratori possiede un reale accesso al mercato né la capacità di creare una nuova domanda per i prodotti esistenti dello stabilimento teatini, che attualmente hanno una quota di mercato molto bassa che non assicura sostenibilità a lungo termine. È quanto emerso dall’incontro di aggiornamento del tavolo di lavoro sullo stabilimento di Canosa Sannita, avvenuto presso il Ministero dello sviluppo economico.
In una nota Dialifluids (gruppo Fresenius Medical Care), che a Canosa conta 120 dipendenti, “rimane disponibile a valutare un eventuale interesse da parte di nuovi potenziali compratori affidabili, purché il processo si concluda entro luglio 2015, quando la chiusura dello stabilimento diventerà effettiva, come già programmato e condiviso con tutte le parti coinvolte”.
“Dialifluids – prosegue la nota – ha già sottoscritto con tutte e tre le rappresentanze sindacali un generoso Piano Sociale e sta rispettando tutti gli accordi, garantendone l’implementazione. In aggiunta a un pacchetto incentivante, Dialifluids ha offerto ai dipendenti anche la possibilità di ricollocazione presso altre aziende del Gruppo Fresenius, in particolare nella sede di Palazzo Pignano (Cremona) della Sis-Ter. Alcuni dipendenti di Dialifluids sono già stati in visita presso la Sis-Ter per due settimane e stanno decidendo se trasferirsi. Qualcun altro ha ricevuto una proposta di lavoro. Tutte queste azioni dimostrano – conclude la nota – l’impegno e la buona fede di Dialifluids nel ricercare le migliori soluzioni possibili per i propri dipendenti”.
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