Omicidio Penne, Giammarino ucciso a mani nude: sarebbero stati i pugni ad uccidere l’ex maresciallo dell’Aeronautica trovato morto nella sua abitazione.
Un coltello deve essere comparso sulla scena del delitto, tuttavia ad uccidere Gabriele Giammarino potrebbero essere state soprattutto le mani del presunto omicida, Mirko Giancaterino. La ricostruzione degli inquirenti, anche alla luce dei primi risultati dell’autopsia, attribuisce la morte dell’ex maresciallo ad una scarica di pugni, più che alle ferite inferte con il coltello, arma da cui il pensionato avrebbe tentato di difendersi stando al profondo taglio sulla mano. Nella colluttazione l’assassino ha avuto la meglio sull’ottantenne, che sarebbe finito a terra senza più forze. Ma evidentemente non bastava: forse nel tentativo di cancellare le tracce del suo passaggio devastante, l’omicida ha rovesciato rete e materasso – ignifugo – sull’ex maresciallo, poi ha appiccato il fuoco ed è fuggito, non è ancora chiaro se e con quale bottino. Dunque tutto sarebbe nato da una rapina degenerata, anche il principio di incendio che ha ustionato gli arti di Giammarino e che ha causato il fumo che ha messo in allarme i vicini di casa. Poco dopo, grazie alle segnalazioni e alle telecamere della tabaccheria di via Castiglione, vicina all’abitazione della vittima, i carabinieri hanno rintracciato il presunto assassino in un bosco dei dintorni, non distante dal suo allevamento di pitbull, razza canina di cui è appassionato. In tutto, 37 minuti per uccidere e fuggire, 37 minuti che ora potrebbero tradursi in anni di galera. Mirko Giancaterino, 36 anni e una vita di droga assunta e ceduta, ritenuto responsabile dell’omicidio di Penne, nel 1998 era già finito nei guai per aver ceduto una dose mortale di stupefacente ad una giovane madre. In seguito altri guai sono arrivati per reati contro il patrimonio e per fatti connessi ancora alla droga. Giancaterino, padre di due bimbi, era stato affidato in prova ai servizi sociali della cittadina vestina e nel frattempo si occupava del suo allevamento. Sulla sua pagina facebook sono ancora visibili tante fotografie che lo ritraggono insieme ai cani, oltre alla citazione, tra i preferiti, del film “Natural born killers” (Assassini nati).
Nella ricostruzione della dinamica del delitto restano ancora da accertare alcuni dettagli che potranno fare la differenza in un eventuale processo: se la vittima abbia aperto la porta al suo assassino, magari perché lo conosceva, o se questi lo abbia ingannato in qualche modo per introdursi nell’appartamento.
L’ex maresciallo viene descritto come persona per bene, ma molto schiva e senza amicizie, quindi l’ipotesi che all’alba abbia aperto la porta ad uno sconosciuto lascia tutti perplessi. Resta anche da chiarire se l’assassino si sia recato in casa con il solo obiettivo di derubare Giammarino e se avesse portato l’arma con sé. Intanto oggi sono ancora al lavoro i Ris, alle prese con la difficoltà di trovare tracce in una scena del crimine irrorata dalla schiuma utilizzata dai vigili del fuoco, intervenuti dopo le segnalazioni dei vicini.
Domani l’interrogatorio del presunto omicida in Tribunale e i funerali della vittima alle ore 10 a Penne.
Il servizio del Tg8: