Al Pronto Soccorso dell’ospedale di Sant’Omero due persone di nazionalità cinese, si sono presentate nella giornata di ieri con mascherine sul viso. La Asl evidenzia che non ci sono casi accertati di Coronavirus e che sono state attivate le procedure di emergenza, previste dai protocolli.
In queste ore, anche a causa delle continue informazioni allarmistiche diffuse sulla stampa e sui social network, anche in Abruzzo si sta diffondendo una vera e propria psicosi e paura di contagio da Coronavirus.
All’ospedale di Sant’Omero, l’arrivo dei due pazienti, pare affetti da influenza, ha generato in ogni caso apprensione e, nel frattempo, coloro che erano nel pronto soccorso sono stati fatti accomodare fuori, mentre i due pazienti sono stati sottoposti alle verifiche del caso.
Le due persone, residenti in Val Vibrata, rientravano da un periodo trascorso in Cina per partecipare al Capodanno Cinese. Il personale del pronto soccorso del presidio teramano ha fatto scattare il previsto protocollo, isolando il pronto soccorso, chiudendolo all’accesso degli altri pazienti, e deviando il transito dei pazienti in emergenza presso gli altri presidi ospedalieri del territorio.
L’attività del pronto soccorso di Sant’Omero è tornata regolare nel tardo pomeriggio dopo che è stato organizzato il trasferimento dei due pazienti sospetti al reparto malattie infettive dell’ospedale Mazzini di Teramo, dove i due cittadini cinesi sono attualmente in osservazione. Al momento non è possibile avere altre notizie, in attesa dei test previsti in questi casi.
Campioni biologici prelevati ai due cittadini cinesi saranno inviati in serata a Roma, presso l’Istituto Spallanzani che effettuerà i test previsti per stabilire l’eventuale presenza di Coronavirus.
Le informazioni dalla Asl di Teramo:
Il direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia e il direttore sanitario Maria Mattucci spiegano che non ci sono casi accertati e che sono in corso i controlli previsti dal protocollo nazionale. Sono diverse le persone che in queste ore, avendo sintomi influenzali, si recano in ospedale temendo di aver contratto il virus, come, per esempio l’autista di un bus che ha detto ai medici di aver trasportato dei cinesi e che voleva essere certo di non essere stato contagiato
Riunione dei vertici della Asl di L’Aquila:
Intanto a L’Aquila i vertici della Asl provinciale, nel corso di un summit, hanno fatto il punto sulle misure da attuare in caso di contagio del virus cinese nel territorio provinciale. Nel corso della riunione sono state recepite le indicazioni del Ministero della Salute e della Regione Abruzzo, oltre alle conoscenze messe a punto in questi anni, anche in occasioni di precedenti allarmi, tra cui il contrasto a Ebola. In particolare, è stata rafforzata la dotazione di medicinali e di dispositivi per la protezione di medici ed operatori: inoltre, sono stati preparati percorsi qualora ci fosse il contagio.
Il direttore sanitario della Asl, Simonetta Santini ha detto “Abbiamo perfezionato una strategia già organizzata otto giorni fa, la riunione di oggi l’avevamo programmata nei giorni scorsi e ci siamo confrontati sulle problematiche per la gestione di questa emergenza qualora si presentasse, siamo pronti ma non ci deve essere allarme. Avevamo programmato da tempo ogni intervento per non farci trovare impreparati”.
L’assessore alla Salute Nicolettà Verì spiega che “La Regione monitora la situazione costantemente”
Sempre a L’Aquila, dopo il Consiglio dei ministri di stamani, il presidente della Regione Marco Marsilio e gli assessori si sono riuniti e collegati in video conferenza con il direttore della protezione civile nazionale Borrelli.
L’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì ha detto che “Il Dipartimento regionale della Salute segue in modo attento e puntuale la situazione attuando le linee guida del ministero. Con la nostra precisione e la nostra competenza e con il gruppo di lavoro sempre in prima linea diamo sicurezza, anche in riferimento alle vicende dei due ricoverati a Teramo che sono sotto controllo”.
Asl Pescara: l’infettivologo Parruti invita a non creare allarmismi.
Il professore Giustino Parruti, direttore dell’Unità operativa regionale per l’emergenza da Coronavirus e primario del reparto di Malattie infettive all’ospedale di Pescara spiega che “i due pazienti di S.Omero si stanno sottoponendo ai protocolli normali presso l’ospedale di Teramo, il tutto compatibilmente con le malattie stagionali.
Ci comportiamo con grande attenzione per evitare ogni forma di procurato allarme: i due pazienti cinesi si sono presentati con forme lievi che normalmente neanche sarebbero state messe in screening, e in più in questo momento in Abruzzo ci sono 20 casi di influenza classica ogni 1000 abitanti. Tuttavia stiamo predisponendo i protocolli per individuare i ceppi classici di infezione. Non dovessimo trovarli, allora manderemmo i campioni allo Spallanzani di Roma”.
Per la prima volta l’Italia dichiara lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso al coronavirus.
Lo ha decretato per sei mesi questa mattina il Consiglio dei ministri stanziando 5 milioni di euro. Arriva poi un Commissario straordinario, Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile. Intanto stamani, prima che iniziasse il Cdm, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha informato il Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Il premier Conte ha dichiarato che “La situazione e’ sotto controllo le nostre misure sono le più elevate d’Europa e gli italiani potranno condurre una vita assolutamente normale”.
Nel 2003, in seguito all’epidemia di Sars, il governo Berlusconi non dichiarò lo stato di emergenza ma scelse di nominare l’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso Commissario straordinario per l’emergenza. All’epoca si decise per una deroga del Trattato di Schengen sulla libera circolazioni dei cittadini per attivare controlli sui passeggeri provenienti da aree a rischio.
In queste ore, dopo l’annuncio del premier sui due turisti cinesi risultati positivi al virus 1919-nCoV a Roma, la politica sta tentando di arginare l’ansia dei cittadini spiegando che bisogna attrezzarsi per ogni eventualità ma che ogni allarmismo è infondato.
Le dichiarazioni del ministro della Salute Roberto Speranza e del commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Angelo Borrelli:
Il ministro della Salute Roberto Speranza afferma che “Alla luce della dichiarazione di emergenza internazionale dell’Oms abbiamo attivato gli strumenti normativi precauzionali previsti nel nostro Paese in questi casi, come già avvenuto nel 2003 in occasione dell’infezione Sars. Le misure sono di carattere precauzionale e collocano l’Italia al più alto livello di cautela sul piano internazionale . Ma tenere a bada il nervosismo in una città come Roma, dove folti gruppi di turisti asiatici muniti di mascherina sono intorno a ogni monumento, non è cosa facile. Così come non tranquillizzano le notizie di infezione provenienti dal resto d’Europa.
Dall’Ospedale Spallanzani,intanto, è arrivato il primo bollettino medico sui due turisti cinesi provenienti dalla provincia di Wuhan, epicentro dell’infezione. Le condizioni sono discrete, il marito ha un interessamento polmonare più pronunciato”.
Il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Angelo Borrelli , al termine della prima riunione del Comitato operativo con il premier Conte, ha detto:
“Il nostro paese ha messo in piedi un sistema di prevenzione che ci consente di gestire in modo assolutamente adeguato questa situazione, nessuna paura e nessun allarmismo. Il nostro compito sarà quello di coordinare una macchina complessa per fare ogni attività necessaria di prevenzione ed evitare così la diffusione del virus”.
Intanto si apprende che il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus potrà requisire hotel o strutture ricettive in caso ci fosse la necessità di alloggiare cittadini di nazionalità cinese attualmente in Italia. E’ una delle ipotesi del piano che verrà messo a punto nelle prossime ore per prevenire ogni possibile rischio. L’ordinanza di Protezione Civile non sarà pronta prima di domani e conterrà anche l’indicazione di un soggetto attuatore che si dovrà occupare del rimpatrio dei cittadini cinesi presenti in Italia.
Il piano per contrastare la diffusione del virus dovrebbe prevedere anche l’adozione si sistemi di protezione individuale per tutti gli operatori di sanità che hanno a che fare con l’emergenza e una più completa informazione da parte delle autorità sanitarie a tutti quelle istituzioni e aziende che erogano servizi e che sono a diretto contatto con il pubblico: dalle ferrovie alle poste e ai trasporti pubblici locali, dai vigili del fuoco alle forze di polizia.
In questi giorni, intanto, anche in Abruzzo si registra un calo di affari sia nei negozi che nei ristoranti gestiti da persone di nazionalità cinese. Leggi qui