Un albero di Natale simbolico posto davanti a Palazzo della Provincia di Chieti, dove i lavoratori della Ball, verso il licenziamento si sono riuniti: “Ecco il nostro ‘pacco’ dall’azienda.”
L’azienda Ball, di San Martino sulla Marrucina, che produce lattine ha deciso lo stop della produzione e l’apertura della procedura di licenziamento che terminerà proprio il giorno di Natale. Stamani, in Provincia, a Chieti, le lavoratrici e i lavoratori si sono riuniti nell’incontro voluto dal presidente Pupillo, aperto a sindacati, sindaci, parlamentari, per cercare di salvare i 70 posti di lavoro e il futuro di 70 famiglie, oltre a una quindicina che ruotano attorno all’indotto. Un fronte comune per chiedere all’azienda di ripensarci, di non spostare la produzione in Serbia e di potenziare solo stabilimento di Nogara (Verona), chiudendo, in pratica, la struttura abruzzese. Un albero di Natale, con lattine appese, etichette delle marche più blasonate, e soprattutto “pacchi” sotto l’albero, in tutti i sensi, è stato posto lungo corso Marrucino, a Chieti, per cercare di attrarre anche l’attenzione dei cittadini.
Il sindaco di San Martino sulla Marrucina, Lorenzo Giammarino, ha detto, senza mezzi termini: “L’azienda ha dato un calcio alle famiglie che per 30 anni hanno lavorato in maniera fedele per la Ball”. A lui fanno eco Domenico Adornante, Rsu Fiom Cgil, e Licio Marascia, Fim Cisl, i quali hanno ribadito che la Ball non ha avuto alcuna pietà nel licenziare i suoi lavoratori proprio nel giorno di Natale.
“Chiediamo con forza l’impegno e la presa di posizione delle istituzioni, dei parlamentari abruzzesi, del Ministero dello Sviluppo Economico: le lavoratrici e i lavoratori ringraziano dei vari attestati di vicinanza e delle dichiarazioni a mezzo stampa dei partiti ma chiedono concretezza, sulla loro vertenza non stiamo permettendo e non permetteremo propaganda, attendiamo esclusivamente risultati. Nei fatti la Ball ad oggi ha dichiarato la chiusura senza nessun valido motivo e senza nessun segnale che facesse pensare a ciò, ha dichiarato di voler supportare i lavoratori con varie misure ma nei fatti ha fatto muro a qualsiasi proposta arrivata dal tavolo sindacale e dalle istituzioni”.
La lettera, accorata, “del lavoratore” ha dei passaggi forti in difesa del proprio posto.
“Sono passato innumerevoli volte nelle tue mani attraverso il mio lavoro. Sono un lavoratore della Ball Beverage Packaging srl di San Martino sulla Marrucina, in provincia di Chieti, dal 1981 in questo stabilimento produco lattine in alluminio da 33cl formato sleek per Coca Cola, Nestlè, Campari, Carlsberg, Peroni, Birra Castello, San Benedetto, Heineken, Ferrero e tanti altri. La Ball Corporation mi licenzierà a Natale. L’azienda, dopo l’annuncio dell’11 ottobre, ha confermato l’intenzione di chiudere lo stabilimento abruzzese e di sviluppare l’altro italiano a Nogara (Verona), informando che sono state offerte “opzioni di ricollocamento ad altre posizioni in Ball Beverage Packaging Europe”. Il 25 dicembre 2018, continua la lettera, “quando saremo tempestati dalle pubblicità scintillanti dei clienti della Ball, sarò seduto attorno a un tavolo con la famiglia per una triste giornata di festa. Quello sarà il mio primo giorno da ex lavoratore, sarò un nuovo disoccupato. Eppure questa azienda non è in crisi e negli anni ha raggiunto tanti traguardi. Come ti sentiresti se la tua azienda decidesse di licenziarti il giorno di Natale pur non essendo in crisi? Se ti negasse disponibilità a farti prendere la cassa integrazione per cercare un nuovo lavoro? Se, oltre a lasciarti per strada, decidesse di non aiutarti nemmeno a cercare una nuova possibilità mostrando un minimo di responsabilità sociale? Io mi sento male, tradito”.
Il servizio del Tg
Sono rimasto senza parole. Sono venuto dal Piemonte a San Martino Sulla Marrucina nel 1987, quale dirigente di un’azienda di stampaggio, preferendo di rimanere in Abruzzo per tutta la mia vita. Gli abruzzesi sono grandi lavoratori. Non riesco a capire la strategia dell’ azienda. Questo è un colpo mancino che i miei concittadini non meritano. Forza ragazzi NON molliamo.