Gli appartamenti delle new town del progetto Case costruiti dopo il terremoto saranno resi disponibili per il mercato libero degli affitti, con criteri di housing sociale.
Saranno messi a disposizione, in affitto, di chi ne ha bisogno, soprattutto le fasce più deboli della popolazione, o famiglie monoparentali. Tutto nel giro di pochi mesi, forse già a metà di questo anno.
Una notizia che fornisce l’assessorato all’Assistenza alla popolazione, che si trova a gestire – dal punto di vista dell’assistenza – un immenso patrimonio immobiliare, fragile e complesso. Sono poco meno di 11.500 le persone ospitate tra new town e map, i 20 villaggi provvisori realizzati; il 36% di queste persone non è costituito dai proprietari di abitazioni danneggiate dal terremoto, ma si tratta di quelle fasce della popolazione a cui il Comune sta aprendo gli alloggi: quelle con fragilità sociali, nuove coppie, studenti universitari, società sportive, associazioni.
Insomma, cambia pian piano il volto degli ospiti dei quartieri post-sisma, realizzati per dare un tetto a 17mila sfollati e pesante eredità di scelte forse affrettate. Il Comune dell’Aquila fa del suo meglio per trovare con bandi ad hoc nuove soluzioni per essi, ma è chiaro che a lungo termine la grande disponibilità di abitazioni nei quartieri del progetto Case penalizzerà il mercato immobiliare locale.
La priorità delle prossime settimane sarà completare il trasferimento di 157 nuclei familiari dalle strutture con i balconi pericolanti (a Sassa, Cese di Preturo e Arischia) in alloggi sicuri. E proprio questa mattina la Forestale ha rimosso uno degli 800 balconi a rischio crollo a Preturo.
Sale, inoltre, a quota 1,8 milioni la somma del Cas (contributo per l’assistenza alla popolazione), dismesso dal marzo scorso per effetto della razionalizzazione dei costi dell’assistenza alla popolazione voluto dal governo.
Nei mesi scorsi 800 balconi sono stati sequestrati in 494 appartamenti per ordine del giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila dopo gli accertamenti della procura della Repubblica affidati alla stessa Forestale, nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria aperta a seguito del primo crollo, il 2 settembre 2014, che ha portato a iscrivere 37 persone nel registro degli indagati con le accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato da 18 milioni di euro, frode nelle pubbliche forniture, falso in atto pubblico e crollo.
È poi intenzione dell’amministrazione comunale smantellare i Map, a partire da quelli più problematici dal punto di vista della manutenzione e anche all’abbattimento di quelle piastre del progetto Case che hanno evidenziato notevoli difetti costruttivi. Anche questa operazione, tuttavia, avrà dei costi non irrilevanti.