“Il tessuto economico abruzzese oltre alla crisi dovuta all’emergenza pandemica è costretta a fare i conti con i ritardi che si stanno registrando nell’ambito dell’attuazione della Zona economica speciale. Il ministro Provenzano dopo mesi ancora non riesce a nominare il commissario ad acta per dare il via alla Zes”. Così l’assessore regionale alle Attività produttive, Daniele D’Amario.
“Vediamo infranti tutti quei propositi messi in piedi nei mesi scorsi per ridare impulso all’economia. Già nel mese di maggio il presidente Marsilio aveva definito la Zes un “vaccino contro la crisi”, uno strumento importante per favorire l’uscita dalla crisi, resa ancora più grave dal blocco produttivo causato dall’emergenza sanitaria. Ritardi da parte del Governo che danneggiano l’Abruzzo. Il Dpcm istitutivo della Zes Abruzzo, firmato dal premier Conte, risale a luglio scorso, e già in quel momento era passato diverso tempo dalla firma del ministro Provenzano. La trasmissione alla Corte dei Conti è avvenuta il 10 agosto, la speranza nostra era di riuscire a vedere la luce alla fine del tunnel almeno a inizio autunno. Invece a pochi giorni dall’anno nuovo siamo ancora in alto mare.
La via più semplice, che attraverso un Comitato di indirizzo definiva la governance della Zes, non è piaciuta al Ministro che ha preferito indicare la nomina di un commissario di governo che a tutt’oggi non c’è ancora. La nomina si è impantanata nella lottizzazione dei partiti di governo, lottizzazione che tiene bloccata non solo la Zes abruzzese ma anche altre”.
“Il ministro non ha tenuto in minima considerazione neanche le sollecitazioni che il mondo produttivo gli ha avanzato. Un grave errore che avevamo chiesto di non fare, proprio per evitare di impedire l’avvio di un nuovo sviluppo economico per il territorio.
Continuiamo ad attendere con ansia il momento in cui la Zes Abruzzo potrà essere operativa e rappresentare una opportunità di sviluppo per il territorio, nella consapevolezza che sarà difficile recuperare il tempo perduto per colpa delle lotte di potere interne tra 5 Stelle e partiti del centrosinistra, appoggiato dalla miopia che ha determinato le scelte del ministro Provenzano”.