Ortona, Tekne: «Ancora silenzio», cresce la preoccupazione tra i lavoratori

A Ortona cresce l’attesa per l’incontro in Regione sulla vertenza Tekne. «Dall’azienda ancora silenzio», denuncia la Cgil, mentre cresce la preoccupazione dei lavoratori

Alla vigilia dell’incontro programmato in Regione domani mattina, a Pescara, richiesto dalla FIOM, l’azienda Tekne di Ortona continua a mantenere il silenzio, facendo crescere la preoccupazione dei lavoratori: è quanto fa sapere Andrea De Lutis, segretario provinciale della FIOM CGIL Chieti e RSU FIOM Tekne.

Di seguito le dichiarazioni di Andrea Lutis della Fiom Cgil, nella nota divulgata alla stampa.

Nonostante l’impegno assunto dall’azienda di fornire aggiornamenti sulle trattative in corso, a oggi nessuna informazione è stata resa nota. In particolare Tekne si era impegnata a contattare il fondo americano Brodway Capital e l’azienda abruzzese Raicam, entrambe manifestamente interessate, ma nessuna novità è stata comunicata alle rappresentanze sindacali o alla FIOM.

Mentre nulla si sa sulla posizione di Brodway Capital, riguardo a Raicam abbiamo ricevuto notizie esclusivamente perché è stata la stessa azienda a contattarci via e-mail il giorno 3 febbraio 2025, coinvolgendo nella stessa anche la Regione e l’esperto nominato per la procedura di composizione negoziata. Nella sua comunicazione, Raicam ha ripercorso le fasi di avvicinamento alla Tekne, avvenute dapprima nel settembre 2024 e poi il 15 gennaio 2025. Tuttavia, nonostante queste manifestazioni di interesse e i successivi solleciti, Tekne non ha mai fornito informazioni societarie né ha messo a disposizione una data room per consentire un’adeguata due diligence.

La FIOM, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, non fa il tifo per nessuna delle parti in causa, ma per una risoluzione concreta della vertenza. Le opzioni sul tavolo sono diverse: Raicam, Brodway Capital, un’azienda la cui identità continua a essere tenuta segreta (pur essendo ormai un “segreto di Pulcinella”), o la stessa Tekne, che potrebbe decidere di proseguire autonomamente. Se questa fosse la strada scelta, sarebbe necessario conoscere le soluzioni previste per garantirne la sostenibilità, oltre al relativo piano industriale.

Alla luce delle ultime comunicazioni, la nostra preoccupazione cresce. La persistente mancanza di informazioni, che non rappresentano una semplice concessione ma un diritto dei lavoratori, sta aumentando il clima di incertezza e instabilità. È fondamentale sottolineare che certamente non tutte le soluzioni prospettate hanno lo stesso impatto: ciò che più ci interessa è individuare quella che assicuri la continuità occupazionale nel presente e nel futuro, con prospettive di sviluppo per tutti i lavoratori coinvolti.

IL SERVIZIO DEL TG8