Il 5 febbraio ricorre la giornata mondiale di prevenzione dello spreco alimentare: il cibo prodotto supera il quantitativo di quello consumato e diventa rifiuto. E intanto ogni 13 secondi un bambino muore di fame o per malattie legate alla malnutrizione
Partiamo da un fatto tangibile e concreto: si produce più cibo di quello consumato e l’eccedenza, invece di essere utilizzata, viene trasformata in rifiuto. Da questo assunto muove la giornata mondiale della prevenzione dello spreco alimentare, che ricorre il 5 febbraio.
Le proporzioni dello spreco alimentare sono impressionanti e rappresentano un problema planetario in uno scenario mondiale in cui l’Italia non fa eccezione. Quest’anno anzi l’allarme è ancora più evidente.
I DATI IN ITALIA
Siamo passati dai 75 agli 81 grammi di cibo buttato ogni giorno pro capite, cioè da 524,1 grammi settimanali nel 2023 a 566,3 grammi nel 2024.
Lo spreco alimentare vale in Italia 15 miliardi di euro all’anno, circa un punto di Pil (senza considerare i costi ecologici): nelle case degli italiani si buttano nella pattumiera generi alimentari per circa 6 miliardi di euro ogni anno, a cui vanno aggiunti 9 miliardi euro dello spreco di filiera.
A rivelare i dati di un problema complesso e allarmante è Piergiorgio Benvenuti, presidente nazionale del Movimento ecologista Ecoitaliasolidale
I DATI NEL MONDO
Ogni anno nel mondo lo spreco alimentare ha raggiunto la cifra record di 400 miliardi di dollari. Si gettano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo che rappresentano 1/3 della produzione mondiale, mentre 757 milioni di persone nel mondo soffrono la fame. Di fatto si produce più cibo di quello consumato e invece di essere utilizzato viene trasformato in rifiuto.
E intanto nel mondo ogni 13 secondi un bambino muore per fame o per una malattia legata alla fame.
QUANTO PESA LO SPRECO ALIMENTARE SULL’AMBIENTE?
Il cibo sprecato vale fra l’8 e 10 % delle emissioni globali di gas serra. Peraltro se da una parte si muore di fame, nel mondo vi sono 672 milioni che soffrono di obesità ed oltre 1,9 miliardi sono le persone in sovrappeso.
Piergiorgio Benvenuti, presidente nazionale del Movimento ecologista Ecoitaliasolidale
«Ricordo sempre che non consumare un litro di latte, lasciandolo scadere nel proprio frigorifero, vuol dire aver sprecato circa 1.000 litri di acqua, necessaria alla produzione di tale alimento, e per produrlo vengono emessi nell’ambiente 2,2 chili di CO2», sottolinea Piergiorgio Benvenuti del Movimento ecologista Ecoitaliasolidale, ribadendo il peso sull’ambiente dello spreco alimentare.
«Come Ecoitaliasolidale siamo a lavoro per istituire un tavolo tecnico per discutere di tale tematica, e stiamo programmando un convegno nazionale al termine del quale verranno sottoposte alle istituzioni misure concrete da adottare nel nostro Paese in materia di spreco alimentare.»
L’IMPORTANZA DEL KILOMETRO ZERO
In questo contesto diventa sempre più necessario accorciare la filiera della distribuzione e vendita dei prodotti, preferendo quelli a Kilometro zero, considerando che mediamente consumiamo alimenti che percorrono 1.700 chilometri prima di arrivare sulle nostre tavole.
Trovare ulteriori soluzioni concrete per evitare questo spreco di cibo e nel contempo aiutare l’economia locale rappresenta ormai una vera e propria urgenza.
EDUCAZIONE ALIMENTARE E AMBIENTALE NELLE SCUOLE
Ecoitaliasolidale si impegna a sollecitare il Ministro dell’ambiente e il Ministro dell’istruzione, affinché integrino i programmi scolastici con percorsi di educazione ambientale e alimentare.
«L’obiettivo è sensibilizzare le nuove generazioni e favorire un cambiamento culturale che possa incidere positivamente anche sulle abitudini delle famiglie italiane», ha concluso Benvenuti.