Inaugurato oggi a L’Aquila il nuovo anno accademico dell’Università. Il rettore Alesse ha sottolineato la buona salute dell’ateneo
A San Basilio il rettore dell’UnivAq, Edoardo Alesse, nella relazione d’apertura del nuovo anno accademico non ha voluto parlare di numeri, ma ha sottolineato l’ottimo dell’Ateneo.
Il resoconto dettagliato verrà fatto a giugno, prima delle elezioni per il nuovo rettore, tuttavia Alesse ha anticipato che lascerà un’università decisamente in salute, con un aumento delle iscrizioni superiore al trend nazionale.
Un’università sempre più aperta all’esterno, con molti progetti avviati ma con la necessità di recuperare gradualmente tutti i suoi spazi. In questo senso, durante il suo mandato Alesse ha avviato diverse iniziative che spera di vedere realizzate.
“È passato un altro anno – ha detto Alesse – e siamo ormai in dirittura d’arrivo, con il rischio di schiantarci contro il muro dei severi controlli previsti dai ministeri e dall’Europa. Occorre quindi immediatamente accelerare la velocità di spesa dei progetti in cui siamo coinvolti, che
attualmente in molti casi segna il passo (mediamente inferiore al 50%) e definire percorsi di consolidamento delle infrastrutture e degli investimenti effettuati, stabilizzare il maggior numero possibile dei ricercatori programmati e assunti e rendere operative le riforme introdotte come elementi sostanziali del piano, facendo le cose al meglio pur nella ristrettezza dei tempi di cui disponiamo”.
Secondo il rettore “uno degli aspetti di maggior pregio del Pnrr, oltre all’avere immesso grandi quantità di risorse nel sistema universitario è stato quello di aver promosso una filosofia operativa nuova basata sulla cooperazione piuttosto che sulla competizione, attraverso la formazione di network tra Università, enti di ricerca ed istituzioni pubbliche e private, per raggiungere
risultati che individualmente non sarebbero stati possibili”.
“Ora – riprende – approssimandoci alla fine del programma sarà importante non dissipare questa capacità di aggregazione tra le università e i più importanti interlocutori del mondo scientifico e produttivo, per realizzare la previsione della Missione 4 Componente 2 del piano. Anche per questo motivo ritengo che i tagli ministeriali effettuati di recente siano poco appropriati in quanto rischiano di annullare l’eccellente lavoro realizzato con fatica e abnegazione da migliaia di
ricercatori assunti a tempo determinato, alcuni dei quali (pochi) saranno recuperati in contesti produttivi, mentre altri (molti) saranno destinati a rimanere precari oppure a rifugiarsi all’estero o nelle università telematiche. La previsione dell’esodo di 14.000 ricercatori in 10 anni”.
Dopo la relazione del rettore si sono susseguiti diversi interventi, tra i quali quelli del rappresentante degli studenti e del personale tecnico amministrativo. Presente anche Regina Nogueira, dell’Università di Hannover, che ha svolto una ampio focus dedicato ai 25 anni di eccellenza del Cetemps.