Il processo sulla discarica dei veleni di Bussi resti a Chieti. E’ quanto sostenuto ieri dal Procuratore generale della Corte di Cassazione chiamata a pronunciarsi sulla richiesta di spostare il processo in altra sede; richiesta avanzata dalla difesa dei 19 imputati che devono rispondere di disastro ambientale ed avvelenamento delle acque. Lunedì è attesa l’ordinanza. Il legali degli ex tecnici e dirigenti della Montedison avevano chiesto lo spostamento e si era parlato di Campobasso ritenendo possibile un coinvolgimento emotivo dei giudici popolari in una vicenda che li ha coinvolti direttamente visto che secondo le analisi effettuate dagli organi competenti oltre 700 mila abruzzesi per anni hanno bevuto acqua contaminata dalle sostanze sversate dall’impianto della Montedison.Nel corso dell’udienza, durata due ore, l’avvocato del comune di Chieti Vittorio Supino, per argomentare l’opposizione alla richiesta degli avvocati della Montedison di spostare il processo dal capoluogo teatino , ha citato il precedente storico del processo Matteotti, spostato da Roma a Chieti. Il legale ha sostenuto la tesi in base alla quale la città in questione sarebbe storicamente una sede dove i processi si possono celebrare perche’ c’e’ una serenita’ di luogo. Di diverso avviso i difensori degli imputati , gli avvocati Padovani, Accinni, Sassi e De Luca, i quali ritengono che Chieti sarebbe una citta’ in cui si puo’ condizionare il giudizio. L’istanza era stata presentata in Cassazione all’indomani della decisione della Corte d’Appello de L’Aquila che aveva accolto la richiesta della difesa della Montedison di ricusare il presidente della Corte d’Assise di Chieti Geremia Spiniello e al suo posto è subentrato il giudice Camillo Romandini che ha disposto la sospensione del processo in attesa del pronunciamento della Corte di Cassazione. Sul fronte della bonifica del sito contaminato , il Ministero dell’Ambiente , il Comune di Bussi e la Solvay avrebbero individuato un percorso attraverso un accordo di programma per rivitalizzare l’area utilizzando 50 milioni di euro stanziati dal Governo nel 2010.
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