I Pm su Inchiesta Rigopiano: “I dirigenti regionali sudditi dei politici”

Tra le righe del disposto di richiesta di archiviazione per 18 posizioni parole, forse, ancor più pesanti della Procura di Pescara, rispetto a quelle utilizzate nell’avviso di conclusione delle indagini per la tragedia dell’Hotel Rigopiano.

Precisando l’assenza di rilievi penali nei confronti dei politici, in particolare per i tre presidenti che si sono succeduti dalla composizione della carta di Localizzazione del pericolo valanghe, in particolare Del Turco, Chiodi e D’Alfonso, il procuratore capo Serpi ed il sostituto procuratore Papalia non possono non sottolineare la mancanza di sensibilità su temi così delicati di protezione civile, ma affondano ancora più la lama, specie su quei dirigenti che restano indagati e per i quali più in là il Giudice dovrà decidere per l’eventuale rinvio a giudizio. Carlo Visca, Vincenzo Antenucci, Pierluigi Caputi, Carlo Giovani, Antonio Sorgi, Emidio Rocco Primavera, Sabatino Belmaggio, tutti investiti d’importanti competenze su più periodi negli ultimi 15 anni almeno, in Regione. In ognuno di loro – secondo i Pm – sarebbe

“ emersa in modo ampio e diffuso una scarsa sensibilita’ e attenzione in materia di Protezione civile sullo specifico tema del pericolo da valanghe da parte degli organi tecnici della Regione”, rileva la procura nella richiesta di archiviazione. “In particolare, e’ dato un comportamento di ‘sudditanza psicologica’ gravante sulle figure dirigenziali, la cui carriera dipende gerarchicamente dal favore del politico, verso quest’ultimo: sudditanza che si traduce nel non voler porre al politico richieste (stanziamento) che si intuisce non sono nelle di lui priorita’ di programma”. Secondo i pm, “questo modo di essere e quindi di operare e’ certamente censurabile nel funzionario ma pone un serio interrogativo anche sulla qualita’ di un politico che a priori viene percepito dal tecnico cosi’ sordo a cio’ che non lo motiva politicamente, che non gli si pone nemmeno la richiesta”. “Ovviamente – proseguono i pm – questi temi non implicano un apprezzabile rilievo penale, ma e’ necessario farne qui menzione perche’ concorrono a spiegare le condotte (omissive) che hanno portato alla presente richiesta di archiviazione per i politici, procedendosi invece nei confronti di alcuni funzionari”.

Accuse pesanti che suggeriscono uno spaccato di amministrazione pubblica inquietante in cui, più che al bene del territorio e della popolazione, si opera per il bene e la propria ambizione professionale. Intanto sull’avviso di conclusione delle indagini interviene l’avvocato Wania Della Vigna, già operativa per vicende delicate come il crollo della Casa dello Studente a L’Aquila e il terremoto di Amatrice, qui legale di Silvia Angelozzi, sorella e cognata di Sara Angelozzi Claudio Baldini la coppia di Atri, tra le 29 vittime di Rigopiano:

“Il lavoro della Procura è stato certosino e non si è tralasciato alcun dettaglio – spiega la Della Vigna – alla fine sono emersi 5 profili che secondo me inquadrano al meglio la situazione, dalle responsabilità riguardo alle autorizzazioni concesse per la costruzione e l’ampliamento dell’Hotel, alla gestione dell’emergenza, la questione della Carta di Localizzazione del pericolo valanghe, e la gestione della mobilità. Aspettiamo di leggere nel dettaglio le carte, rispetto alle polemiche di questi giorni preferisco attenermi al buon lavoro dei magistrati, così come la mia assistita che si è detta molto soddisfatta per questo esito.”

IL SERVIZIO DEL TG8:

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