2014, anno nero per l’export tessile d’Abruzzo

Paolo Rossi

vestiti tessileEsportazioni a picco, nel 2014, nel settore del tessile-abbigliamento, da sempre fiore all’occhiello del mondo della piccola impresa abruzzese. E’ quanto emerge da un approfondimento curato dal ricercatore Aldo Ronci per la Cna regionale, secondo cui “occorre ripensare gli strumenti di promozione sui mercati esteri”. Andamento dell’export positivo per tutti gli altri settori produttivi, che a fine 2014 hanno fatto registrare un incremento complessivo di 198 milioni di euro rispetto al 2013 (+2,9%, 2% in Italia) grazie soprattutto ai mezzi di trasporto. L’abbigliamento, rileva l’indagine, fa registrare un decremento di 70 milioni, pari al 33,2% in meno rispetto all’anno precedente. I dati confermano dunque la “dipendenza” dell’Abruzzo, in fatto di export, dai mezzi di trasporto: 254 milioni di euro di incremento sul 2013. Tutto il contrario di quanto accaduto, complessivamente, per tutti gli altri settori messi insieme: 56 milioni in meno rispetto all’anno precedente, con segni negativi sia davanti alle cifre assolute che ai valori percentuali. Con i mezzi di trasporto, secondo la ricerca di Ronci, bene anche la produzione degli articoli farmaceutici (45 milioni in più; 19,9% di incremento); di macchine e apparecchiature varie (44; 6,1%), di prodotti chimici (28; 14%) e di articoli in gomma (21 milioni; 6,3%). Cadute sensibili, al contrario, oltre che nel tessile-abbigliamento, sono state registrate dalle imprese che producono apparecchi elettronici (-51 milioni; -7,9%), prodotti in metallo (-35; -7,9%); carta (-30; -35,7%). Sul fronte agroalimentare, tra il 2013 e il 2014 si registra un aumento di 6 milioni di euro (512 milioni contro 506), ma con un incremento percentuale dimezzato rispetto alla media italiana: 1,2% contro 2,4%. “In Abruzzo, sul modello che si sta adottando nel campo dei trasporti, occorre cominciare a pensare a un solo soggetto in grado di coordinare l’azione di promozione sui mercati esteri”, dice il presidente della Cna, Italo Lupo. Secondo l’associazione artigiana abruzzese, “spesso le micro-imprese, che pure avrebbero potenzialità nel campo della produzione destinata all’export, sono disorientate da un’offerta promozionale che arriva da soggetti diversi: Regione, Camere di commercio, enti locali. Nella prossima programmazione 2014-2020 occorrerà ripensare questo modello troppo polverizzato”.

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