Questa volta ci siamo. Dopo diversi rinvii del legislatore, il 31 marzo del prossimo anno chiuderanno gli ultimi 6 ospedali psichiatrici giudiziari; nessuno di questi è in Abruzzo. “Una questione di civiltà” – è il commento unanime. Ma al di là della soddisfazione, sono diverse le problematiche da superare. A cominciare dal come saranno assistite persone con problemi di pericolosità sociale, internate in maniera illimitata negli OPG, conosciuti anche anche come manicomi o “ergastoli bianchi”.  Dal 1° aprile 2015 queste persone saranno accolte nelle cosiddette Rems, Residenze per l’Esecuzione di Misure di Sicurezza. Tutte problematiche affrontate in una due giorni organizzata a Chieti dall’università d’Annunzio e dal Dipartimento di Salute Mentale della ASL Lanciano – Vasto – Chieti. Dunque si aprirà un nuovo capitolo nella gestione terapeutica e riabilitativa dei pazienti psichiatrici autori di reato; un modello che dovrà prevedere la rivisitazione delle modalità di presa in carico e di cura da parte delle strutture preposte. Nell’auditorium della d’Annunzio si sono confrontati psichiatri, magistrati e amministratori. “Nel prossimo futuro – ha spiegato Massimo Di Giannantonio, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale della Asl e ordinario di Psichiatria della Facoltà di Medicina – I giudici dovranno scegliere le misure alternative all’inserimento in ospedale psichiatrico. Una specifica commissione dovrà poi monitorare le iniziative assunte per il superamento reale degli OPG e consentire ai Ministri della Salute e della Giustizia di aggiornare periodicamente il Parlamento sullo stato della dismissione. Un passaggio importante per operatori del mondo legislativo, sanitario e sociale chiamati a una nuova e avvincente sfida, che darà una nuova speranza a detenuti psichiatrici grazie a un modello riabilitativo capace di conciliare in modo più efficace le misure giudiziarie con le esigenze di salute”.