video » A quattro anni dal sisma tanti problemi ancora da risolvere

laquila centroQuattro anni dopo il devastante terremoto del 6 aprile la situazione per la città dell’Aquila e per gli altri 56 comuni distrutti o semidistrutti, appare ancora difficile, labirintica, con la ricostruzione pesante ferma al palo.
I puntellamenti che ancora si possono vedere in molti edifici della città, costati circa 250 milioni di euro, sono oggi in parte da rivedere. Per quanto riguarda la ricostruzione, nelle zone periferiche del capoluogo a macchia di leopardo si vedono cantieri in via di ultimazione, ma ancora molti sono quelli che devono partire. Il blocco totale riguarda invece il centro storico dell’Aquila, delle frazioni e degli altri borghi. Le difficoltà si sentono forti nelle parole del Sindaco Massimo Cialente: “Manca un afflusso costante di denaro e bisogna contrattare anno per anno con il governo”. “Se all’Aquila non arriveranno subito fondi e certezza di altri finanziamenti tali da permetterci di fare in modo che per il 2015 una parte del centro storico sia ricostruita, l’Italia avra’ condannato a morte L’Aquila”. “Credo – aggiunge Cialente – che, se non ci saranno i fondi, gli aquilani si muoveranno per non fare piu’ parte dell’Italia. La prima cosa che chiedero’ e’ che si tolga il tricolore e che vada via il prefetto. Come dire: ci lasciassero morire in pace”. Quello che si teme ora, è l’abbandono della città soprattutto da parte dei giovani. “Il clima di scoramento, di sfiducia, di rabbia – ha ribadito ilSindaco – purtroppo sta coinvolgendo sempre piu’ persone, soprattutto i giovani, che stanno cominciando ad arrendersi e ad andare via. Vivere all’Aquila e’ troppo difficile, posso chiedere alla gente il sacrificio di crederci e di avere fiducia, solo se possiamo vedere parte del centro e delle frazioni ricostruite entro il 2015; se invece diro’ che si finira’ per il 2024 tutti andranno via e L’Aquila nel 2018 fara’ 35-40 mila abitanti. Le avvisaglie gia’ ci sono: nell’ultimo anno abbiamo perso 3500 persone”. Cialente torna a chiedere al governo e a tutte le forze politiche presenti in parlamento lo stanziamento immediato di 4-5 miliardi per il cratere con il meccanismo della Cassa depositi e Prestiti, per avviare la ricostruzione quest’anno e nel prossimo. Al grido di dolore di Cialente si affianca quello dei sindacati che chiedono interventi urgenti per le 20 mila persone senza lavoro in città.


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