Abruzzo, finalmente si scia (quasi) ovunque

sciatoreIl primo giorno non festivo dell’anno è cominciato nel migliore dei modi. Dopo tre giorni di nevicate, ghiaccio e temperature arrivate, anche a bassa quota, a punte di -13 gradi, finalmente arriva il sole, che nonostante il freddo splende ovunque. Sono migliaia gli sciatori che già da ieri hanno raggiunto le stazioni in provincia dell’Aquila. Pienone nelle tre stazioni del comprensorio sciistico dell’Alto Sangro, dove questa mattina presto già erano stati venduti migliaia di biglietti. Stesso discorso per Campo Felice: otto su 15 le piste accessibili. Quella di oggi è “una giornata speciale di neve”, per il direttore della stazione di Campo Felice, Gennarino Di Stefano. Ieri 2.800 persone sulle piste, oggi a metà mattinata erano almeno 4mila. Un pienone che ripaga dell’avvio ritardato della stagione e che fa sperare in un recupero rapido delle affluenze e del fatturato di un settore trainante per l’economia locale invernale, anche se la bufera di un paio di giorni fa ha segnato una brusca battuta d’arresto. A guastare la splendida giornata a Campo Felice è piuttosto la difficile viabilità, perché nei giorni feriali c’è soltanto un vigile urbano a gestire il traffico di centinaia di automobili che gravitano intorno alla stazione sciistica. A Ovindoli-Magnola aperti gli impianti a monte e a valle, con 40-70 centimetri di neve farinosa, temperatura intorno ai -3 gradi, mentre a quota 1.800 è aperto il rifugio-chalet con possibilità di ristorarsi e pernottare. Anche qui migliaia di sciatori sulle piste già da ieri. La Cenerentola resta la stazione di Campo Imperatore, dove è tutto fermo anche oggi. E non è previsto nulla di buono nemmeno per i prossimi giorni. Il vento, infatti, ha spazzato via la neve impedendo la formazione del fondo necessario per preparare le piste. L’ennesimo danno non solo alla stazione sciistica, ma all’intero comprensorio, dove restano vuoti gli alberghi e senza lavoro guide e maestri di sci: una situazione disastrosa per il direttore del Centro turistico del Gran Sasso, Marco Cordeschi, che ancora una volta punta il dito contro la cattiva gestione passata dell’azienda e ricorda – quasi con un appello accorato – la necessità di rinnovare gli impianti fermi a 60 anni fa, dotandosi anche di moderni impianti di innevamento artificiale. (Di Marianna Gianforte)

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