Ancora una tegola sul futuro dell’aeroporto dei Parchi. L’Enac ha, infatti, posticipato dal 20 gennaio al 6 marzo 2015 la riapertura dello scalo aquilano di Preturo gestito dalla società X-Press, al centro di diverse inchieste giudiziarie che ne stanno mettendo a dura prova il progetto fortemente voluto dall’amministrazione comunale di dotare il capoluogo di regione di un aeroporto che sia prima di tutto presidio di Protezione civile per situazioni di emergenza, e poi anche snodo per il turismo di nicchia, ad esempio quello religioso, oppure per i voli dedicati a studenti e imprenditori impegnati nella ricostruzione. Ma in realtà fino a oggi sono falliti tutti i tentativi di mettere in piedi tratte per passeggeri con destinazioni italiane (fra cui Ostia e Cagliari) ma anche estere. Il fermo imposto dall’Enac, che riguarda il traffico generale e commerciale ha provocato la dura presa di posizione del movimento civico di opposizione, “Appello per L’Aquila”. “Il sogno dell’Aeroporto si è trasformato in un incubo – commenta il consigliere comunale del gruppo, Ettore Di Cesare. Il consigliere comunale ha presentato un ordine del giorno – approvato all’unanimità in conferenza dei capigruppo – che dà mandato all’ufficio legale del Comune per valutare l’esistenza di condizioni di revoca della convenzione con la società calabrese X-Press per la gestione dell’impianto. “E’ il momento di dire basta a uno spreco di risorse pubbliche e a operazioni dannose per la città”, sostiene Di Cesare, riferendosi a uno scalo che non è mai partito e richiamando l’amministrazione comunale “ad assumersi le proprie responsabilità”, richiamando “il fallimento politico dell’idea dell’aeroporto, progetto per DI Cesare, senza fondamenta. “Nella migliore gestione possibile – ricorda l’esponente di Appello per L’Aquila -avrebbe dovuto avere almeno 250mila passeggeri all’anno e quest’anno ne abbiamo avuti sette”. Intanto il sindaco Cialente, primo sostenitore della necessità di aprire e rendere efficiente un aeroporto all’Aquila, continua a difendere il progetto: “Non mi pento di avere assegnato soldi pubblici allo scalo”, aveva detto all’indomani del sequestro, a ottobre, di un terreno di 20 mila metri quadrati riempito con macerie del sisma e terra di scavo, definito “discarica abusiva” dagli inquirenti, con 6 persone indagate tra cui i vertici della Xpress.