video » Al via le requisitorie. Bellelli: “Era il partito dei soldi”. Di Florio: “Angelini totalmente attendibile”

bellelli ritaglio“Lo scempio del denaro pubblico c’e’ nella prima e nella seconda cartolarizzazione ed e’ ordito, studiato con meccanismi raffinatissimi da Masciarelli ed e’ voluto dalla seconda giunta in modo piu’ infido”. E’ uno dei passaggi chiave della requisitoria del pm Giuseppe Bellelli al processo in corso al tribunale di Pescara su presunte tangenti nel mondo della sanita’ abruzzese, che conta tra i 25 imputati l’ex governatore Ottaviano Del Turco (oggi assente in aula), accusato di associazione per delinquere, corruzione, abuso, concussione, falso. Ad accusare Del Turco l’ex titolare della clinica privata ‘Villa Pini’ di Chieti, Vincenzo Angelini, che rivelo’ ai magistrati di aver pagato tangenti per un totale di circa 15 milioni di euro ad alcuni amministratori regionali in cambio di favori. Il pm Bellelli ha parlato degli elementi comuni tra la giunta regionale guidata dall’ex governatore Giovani Pace e quella dell’ex presidente Ottaviano Del Turco: “il filo conduttore – ha detto – puo’ essere sintetizzato purtroppo in una frase: “noi siamo il partito dei soldi”. E’ il filo rosso che viene collegato da Masciarelli”. Secondo Bellelli “gli elementi comuni raccontano un modus operandi che porto’ all’espropriazione dei poteri iniziata con la giunta di centrodestra e conclusa con quella di centrosinistra. In questo sistema i servi vanno avanti e sono gratificati, mentre gli uomini che rispettano la legge vengono minacciati, cacciati ed esautorati. Questi volevano far risparmiare i soldi alla collettivita’, ma il partito dei soldi invece pretendeva la loro testa”. Per il pm “la prima e la seconda cartolarizzazione la scrivono le banche. Eravamo – ha sottolineato – in mano a questi speculatori e faccendieri. Masciarelli anche quando si dimette se lo tengono Del Turco e compagni. Tenteranno di rinnegarlo solo quando sara’ arrestato”. Bellelli ha inoltre detto che “il vero momento di discontinuita’ del modus operandi e’ il 26 ottobre 2006, giorno dell’arresto di Giancarlo Masciarelli, e l’uscita finalmente di questo personaggio dal quadro affaristico che aveva determinato le vicende di questa regione”. Il pm Bellelli, nel riassumere all’esordio i fatti, ha voluto sottolineare che in questi anni “si è tentato di spostare il processo in altri ambiti”, ha detto riferendosi al grande interesse mediatico che ha riscosso la vicenda, ma “in quest’aula c’é stata grande lealtà processuale, tutti hanno collaborato e siamo certi – ha proseguito mostrando la carta costituzionale – che la legge è uguale per tutti, che qui comanderanno i codici e la nostra serenità si affida a queste regole”.
“Hanno il potere assoluto che porta alla piena ricattabilita’ del ricattatore Angelini” -ha spiegato il Bellelli parlando della seconda cartolarizzazione fatta durante la presidenza di Del Turco. “Facevano credere ad Angelini – ha proseguito – che gli facevano un favore altrimenti i soldi come glieli prendono. Cosa va a fare a Collelongo?” Bellelli ha inoltre detto che “Del Turco imponeva un sistema di gestione illegale con i rapporti con le case di cura, imperniato sulla mancanza di trasparenza, imparzialita’ e buon andamento”. Il pm ha parlato di “virus della corruzione che viene inoculato nella legge 20”. Il presidente del collegio, oggi, prima dell’inizio della requisitoria, ha annunciato che la sentenza sara’ pronunciata il prossimo 18 luglio e non il 19.

DI FLORIO: “ANGELINI TOTALMENTE ATTENDIBILE. TEOREMA VIOLANTE INAPPLICABILE”
“Angelini e’ totalmente attendibile. Ne siamo ancora convinti”. Lo ha detto nel pomeriggio il pm del tribunale di Pescara Giampiero Di Florio al processo su presunte tangenti nel mondo della sanita’ abruzzese nel corso della sua requisitoria. “Ha reso le sue dichiarazioni spontaneamente – ha proseguito – e hanno il carattere della precisione, della costanza e sono in qualche modo concatenate l’una all’altra. Si e’ accusato di reato, non e’ venuto da noi con passpartout. Non c’è una sola sbavatura. Non ci ha guadagnato nulla, oggi e’ fallito e non ha piu’ rapporti con la Regione. L’unica sbavatura e’ quella del giubbino . Ma la sua buona fede era dentro le tasche dove c’era l’unico elemento che poteva ricondurre quel giaccone alla messa in commercio al 2011”. Il pm ha inoltre detto “abbiamo fatto entrare qui carte del processo relativo alla bancarotta , qualcuno era convito che fosse la cartina di tornasole e che potesse uscire impunito da questo processo”. Inoltre ” Il teorema di Violante che prevede la tracciabilita’ delle somme prese illecitamente non puo’ albergare in questo processo”, ha aggiunto Di Florio . “Questo – ha proseguito – puo’ servire per gli ‘spalloni’, qui siamo ad un livello più alto. Vi pare che Del Turco con un passato e le conoscenze da ministro delle finanze abbia avuto difficolta’ a trovare i modi per occultare il denaro?”.


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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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