video » “Alessandrini? Un dolore con cui convivo”

MauriceBignamiDal clamoroso gesto della consegna delle armi all’arcivescovo di Milano, al documento forte della dissociazione dalla lotta armata che gli é costata la dura critica anche di molti intellettuali di sinistra, fino alla conversione al suo impegno e lavoro in favore degli ultimi, l’ex leader di Prima Linea Maurice Bignami ne ha percorse di strade tortuose, ma non vuol sentir parlare di riscatto ne tantomeno di mitologia per i drammatici anni del piombo in Italia. “Sono un  uomo che ha sempre fatto i conti anche duramente con la propria domanda di felicità – dice – e se avessi fatto il frate allora si che sarei stato un vero rivoluzionario.” Oggi Maurice Bignami ha 62 anni e gira l’Italia a raccontare, specie ai più giovani, che la lotta armata non é mai la risposta al desiderio ultimo del nostro cuore, ha scritto un libro, molto bello, dal titolo “Lupi e cani randagi”, un romanzo storico che fa rivivere, senza il rischio di cadere nella mitizzazione, quegli anni e che – come dice lui stesso – prende per mano il lettore e lo accompagna in una sorta di viaggio all’inferno andata e ritorno. Un libro presentato nei giorni scorsi a Pescara, quella Pescara dalla quale mosse i primi passi un magistrato, Emilio Alessandrini, una delle vittime proprio di “Prima Linea”: “Non c’é giorno senza il quale non faccia i conti con il sangue versato in quegli anni – dice anche con un pizzico di imbarazzo Bignami – e quando vado in giro a raccontare la mia testimonianza puntualmente mi viene fatto l’elenco di tutte le vittime. Con questo dolore umanamente ci convivo e so di non poterlo cancellare, ma vivo anche nella certezza che ancor prima del perdono degli uomini, c’é il perdono di Dio giunto molto prima per me e per tutti gli uomini, dei nostri stessi peccati.”


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