Auditorium del Parco del Castello colmo di gente per assistere alla prima esecuzione di quello che sarà l’inno ufficiale dell’Adunata nazionale degli Alpini del 2015. Note coinvolgenti quelle di “Penne nere dell’Aquila”, composte da Roberto Molinelli per accompagnare le parole di Francesco Sanvitale su esecuzione dei Cameristi dell’Istituzione sinfonica, direttore e solista il maestro Ettore Pellegrino. Un inno alla futura rinascita della città, alla forza di resistere a tanti momenti difficili della sua storia: l’ultimo è il tragico sisma del 6 aprile 2009, quando all’Aquila arrivarono da ogni parte d’Italia migliaia di Alpini per portare il loro aiuto alle popolazioni colpite da sisma. Ora il legame tra gli aquilani e gli Alpini si rinsalderà con l’Adunata del prossimo maggio, anche grazie al brano che diventerà il simbolo di un evento giunto alla sua 88esima edizione e che porterà in città oltre 400mila persone. La musica è il simbolo dell’unione, della fratellanza, della solidarietà. L’inno, “Penne nere per L’Aquila”, inedito, è stato progettato e realizzato dall’Istituzione sinfonica abruzzese e dal comitato organizzatore “Aspettando L’Aquila”, ed è incluso in un cd che contiene anche “l’Inno di Mameli” (con arrangiamento per violino e archi), “Signore delle Cime” e “Le Quattro Stagioni” di Vivaldi. All’ombra del Gran Sasso tornerà a riecheggiare dunque un canto dedicato al Corpo degli Alpini, che hanno segnato la storia del Paese in tempo di guerra, difendendo però sempre la pace. All’Aquila torneranno per riportarle fulgore, dopo “quel triste Aprile” in cui, ancora una volta in prima linea, hanno teso la mano alla città ferita.
Marianna Gianforte
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