Anche la Chiesa abruzzese ha raccolto immediatamente l’appello di Papa Francesco affinche’ la giornata di domani venga trascorsa all’insegna del digiuno e della preghiera, invocando la pace in Siria e nel mondo. Una giornata anticipata, ieri, da un incontro ecumenico con l’arcivescovo di Pescara-Penne e presidente della Conferenza episcopale abruzzese e molisana, monsignor Tommaso Valentinetti, che presso la Curia pescarese ha ricevuto un pope (un sacerdote, ndr) ortodosso e un imam musulmano per rafforzare maggiormente l’invocazione alla pace, rivolta ai potenti della terra: “Siamo molto grati al Santo Padre – ha esordito monsignor Valentinetti – che ha voluto richiamarci al digiuno e alla preghiera. E la preghiera e’ soprattutto intercessione, che significa mettersi in mezzo. Vogliamo metterci in mezzo alle parti belligeranti perche’ questa preghiera salga a Dio e, soprattutto, gli uomini di buona volonta’ possano trovarsi ad intercedere tutti insieme, per chiedere al Signore il dono della pace”. Papa Francesco ha richiamato tutti, domani, al digiuno ed alla preghiera E’ stato dunque un dialogo armonioso quello intercorso tra l’arcivescovo cattolico, il pope ortodosso e l’imam musulmano: “Accogliamo volentieri – ha spiegato l’Imam Mustafa’ Batrami, responsabile della Comunita’ islamica abruzzese – l’appello di Papa Francesco. Per questo, invitiamo tutte le nostre comunita’ a pregare per la pace dato che Dio, tra i vari nomi con i quali lo si chiama nell’Islam, figura anche sotto quello di “pace”. A Lui ci rivolgiamo, cosi’ che prevalga la ragione sulla violenza”.

MONS. BRUNO FORTE: “PAPA FRANCESCO E L’IMPEGNO DELLA CHIESA”- Tante le iniziative anche nell’Arcidiocesi di Chieti Vasto in risposta all’appello di Papa Francesco: “Digiuno, preghiera ma anche l’impegno vivo della Chiesa – sottolinea l’Arcivescovo Mons. Bruno Forte – lo testimonia il documento inviato da Papa Francesco al Presidente Russo Putin in occasione del G20 di San Pietroburgo affinchè i potenti della Terra non trovino nella guerra in Siria l’unica soluzione possibile.” Una Chiesa, dunque, chiamata a partecipare attivamente e non rinchiudersi in se stessa, anche rispetto alle molteplici problematiche della società. Lo ribadisce Mons. Forte alla vigilia del suo decimo anno alla guida dell’Arcidiocesi che sarà celebrato domenica prossima, ed allora di assoluta importanza é l’opera della carità, in particolar modo quella delle case d’accoglienza “Mater Populi Teatini”, il centro disabili e la Domus Pacis di Vasto. Ma compito della Chiesa é anche quello di fornire spunti e segnali al mondo della politica e qui Mons. Forte elogia la figura del Presidente Napolitano che nel suo appello contro la possibile crisi di governo dimostra di avere a cuore il bene comune, sulla vicenda Berlusconi massimo garantismo tanto da vedere con favore l’ipotesi Violante che prevede il ricorso al quarto grado di giudizio, ma anche un appello allo stesso ex Premier – quando entrò in politica disse di volerlo fare per il bene del Paese ora ha l’occasione di dimostrarlo scegliendo di tenere in piedi il Governo. Mons. Forte ha anche parlato di temi locali, della crisi economica facendo appello alle banche del territorio affinchè siano vicine soprattutto alle piccole imprese, dei segnali di speranza nel mondo del lavoro, testimoniati dalle prospettive per la Sevel dopo la visita di Marchionne, e perfino del ruolo delle Province – meglio una loro ridefinizione che abolizione – ed intanto si appresta ad affermare ancora di più, in vista del suo decimo anno a capo della Curia, il suo compito pastorale con l’ultima lettera, nell’anno della Fede, dal titolo “La Chiesa madre dei credenti”, la comunità che educa alla bellezza di Dio.

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