Arrestata dagli agenti della Polizia di Stato a Treviso la donna cinese, Li Rongmei – 52 anni, nata a Shanghai – latitante dallo scorso 16 febbraio, data in cui era scattata l’operazione della Squadra Mobile della Questura di Pescara che aveva sgominato un’organizzazione, tutta cinese, dedita allo sfruttamento della prostituzione nel pescarese. All’epoca, il Gip del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, su richiesta del pm che aveva diretto le indagini, Salvatore Campochiaro, aveva emesso ordinanze di custodia cautelare in carcere per tre uomini e tre donne, tutti di nazionalità cinese e con regolare permesso di soggiorno. Quest’ultima esecuzione di misura cautelare è stata operata dalla Squadra Mobile di Treviso in relazione all’ordinanza del Gip Colantonio. La donna é accusata di aver fatto parte di una ramificata associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nei confronti di decine di ragazze cinesi clandestine, e che gestiva almeno tre case di prostituzione, di cui due a Pescara e una a Montesilvano . Le indagini della Squadra Mobile pescarese, coordinata dal vice Questore Pierfrancesco Muriana, si sono basate su intercettazioni telefoniche, pedinamenti, escussioni testimoniali e, soprattutto, sulla testimonianza di una delle prostitute affrancatasi dal giogo dei suoi sfruttatori. In particolare, secondo gli investigatori, Li Rongmei gestiva l’aspetto logistico dell’associazione in quanto si occupava di stipulare contratti di locazione per gli appartamenti ove si prostituivano le donne ed a volte di pagare i canoni di affitto.
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