La squadra mobile di Pescara ha arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti uno dei testimoni dell’omicidio di Tommaso Cagnetta, il pregiudicato di 42 anni ucciso il 2 luglio nel cortile del “ferro di cavallo”, in via Tavo, a Pescara, per questioni di droga. In carcere e’ finito Ivan Battaiola, 34 anni, che dopo quel fatto di sangue e’ stato sottoposto ad intercettazioni da parte della mobile, diretta da Pierfrancesco Muriana. Questi i fatti. Subito dopo la sparatoria che ha ucciso Cagnetta, Battaiola ha soccorso il ferito e poi ha rilasciato delle dichiarazioni contro un nomade, Angelo Ciarelli, 38 anni, dicendo che era armato di pistola. In un secondo momento, pero’, Battaiola ha fatto intuire che aveva paura a confermare queste accuse, tant’e’ che in sede di incidente probatorio ha ritrattato tutto. E’ stato sottoposto ad intercettazioni e in questo modo la polizia ha scoperto che dopo la sua testimonianza iniziale Battaiolo ha cominicato ad avere rapporti con due donne del clan Ciarelli che vivono al ferro di cavallo e subito dopo ha preso il via la sua attivita’ di spaccio al “ferro di cavallo”, presumibilmente a servizio dei Ciarelli. Si e’ anche appurato che Battaiolo era convinto di essere vivo per aver ritrattato le accuse nei confronti del nomade in sede di incidente probatorio, come ha confidato alla sua fidanzata via cavo. Per arrivare all’arresto, la mobile ha accertato degli episodi di spaccio, bloccando due volte il 34enne in possesso di droga, e ha raccolto delle testimonianze contro di lui.
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