Automotive: l’allarme dei sindacati sul campus

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Automobilindustrie 03In Abruzzo l’automotive rappresenta il 60% dell’esportazione regionale: un comparto manifatturiero, concentrato in Val di Sangro, dal peso economico e dal valore sociale d’importanza strategica, rappresentato da colossi aziendali del calibro di Sevel, Honda, Denso e Pilkington, nel cui indotto gravitano piccole realtà, che altrimenti non potrebbero sopravvivere.
Su quell’area industriale è stato calcolato che l’occupazione risulta essere sette volte superiore rispetto alla media nazionale e forse anche per questo nel 2004 si decise di programmare interventi
per il rilancio e la valorizzazione del comparto, attraverso la realizzione di un campus che, tra le altre cose, avrebbe previsto laboratori di ricerca e circuiti per testare i veicoli in uscita dalle aziende. Insomma, un polo attrattivo anche per l’insediamento di nuove aziende, sulla cui realizzazione si destinarono inizialmente 40 milioni di euro, di cui 7 messi a disposizione dalla Camera di commercio di Chieti, altri 7 dalla Regione e i restanti 26, cioè 20 al netto dell’Iva, derivanti dai Fondi Fas.
Ma di quegli iniziali 40 milioni di euro oggi ne resterebbero soltanto 20 dei fondi Fas, a causa dei ritardi macroscopici nella realizzazione del progetto, denunciano Cgil, Cisl e Uil che alla politica chiedono a gran voce di mantenere fede agli impegni presi, affinché il settore dell’automotive, già piegato dalla crisi, non subisca un ulteriore colpo. 
Di tutto questo si parlerà il 23 gennaio nel convegno convocato dalla Regione a Santa Maria Imbaro.

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