A decretare la scelta di Bruno Di Paolo di appoggiare il candidato sindaco del Centrosinistra Luigi Febo, a Chieti, domenica prossima per il turno di ballottaggio, un documento a firma di amici e sostenitori di Giustizia Sociale, nel quale più che sostegno al programma di Febo si sottolineano le ragioni del non sostegno a Di Primio. Per natura della Lista Civica, si scrive, non é pensabile dare sostegno ad un sindaco indagato e che ha dovuto fare i conti, agli albori del suo mandato, con lo spinoso caso D’Agostino, per non parlare della frattura con il suo ex alleato Di Paolo ed il tradimento a quegli elettori di Giustizia Sociale che cinque anni fa gli avevano dato fiducia. Un documento, dunque, molto duro che però non sembra aver avuto un’unanime condivisione, per lo meno con quella parte della Lista proveniente da una spiccata tradizione di centrodestra. Si parla di 4 o 6, al massimo, componenti, anche di un certo prestigio, che non avrebbero sottoscritto il documento e che, dovendo scegliere, preferirebbero non andare a votare domenica. Il patrimonio di Giustizia Sociale é quantificabile in quei 2500 voti ottenuti al primo turno, di questi, fisiologicamente, se ne perderà per strada qualcuno, ecco perchè Febo punta dritto anche agli elettori di Sel, al di là delle intenzioni del candidato sindaco Enrico Raimondi, mentre parte da oggi un massiccio volantinaggio nel quale spiega come intende trasformare in meglio la città di Chieti. Di Primio, dal canto suo, forte solo del sostegno di D’Aloisio della lista “Noi con Salvini” e della decisione della lista “Ideabruzzo” di non apparentarsi con nessuno, conta di poter amministrare il vantaggio di 7 punti percentuali battendo a tappeto la città ed incontrando la gente nei quartieri, del resto il tempo stringe, venerdì a mezzanotte si spengono le luci sulla campagna elettorale e quel che é fatto é fatto.