video » Banche e Villa Pini si difendono. Angelini chiede 11 milioni di danni

sanitopoliE’ iniziata al Processo Sanitopoli la fase delle arringhe difensive con quelle delle società coinvolte a vario titolo e in varie epoche nell’inchiesta, e per le quali la Procura ha richiesto condanne e risarcimenti in quanto persone giuridiche. A prendere la parola per prima è stata Maria Croce, avvocato della curatela fallimentare di Villa Pini, che nell’arringa ha tentato di scansare la richiesta di multa di 600 quote, per le responsabilità amministrative legate a due truffe e due corruzioni di Angelini. Per questa ragione tecnica in alcuni tratti dell’argomentazione l’arringa si è indirizzata paradossalmente ad attenuare le responsabilità di Angelini stesso, nel ricostruire la fase in cui diresse il gruppo Villa Pini, prima di diventare il “grande accusatore” del processo. La Croce ha tentato in particolare di ridimensionare il ruolo dell’imprenditore nell’ambito dell’associazione a delinquere della prima cartolarizzazione del 2004, quella dei crediti non performing, ed in ogni caso di divaricare la posizione di Angelini “persona fisica” da quella delle sue aziende, che sarebbero state danneggiate dallo scandalo, fino ad approdare al fallimento. In particolare la Croce ha chiesto di rivedere il ruolo di Angelini nel primo episodio di corruzione di Del Turco, affermando che il patron di Villa Pini anche in quel caso fu vittima di concussione. Al periodo della prima cartolarizzazione si riferisce anche la posizione di Barclay’s Bank, difesa in aula dagli avvocati Golino e Wiget, società imputata con richiesta di multa di 300 quote, e responsabile civile. Per l’accusa il gruppo bancario, attraverso il suo funzionario Penna, ha avuto un ruolo nella cartolarizzazione di crediti inesistenti di Villa Pini. Nello specifico 21,9 milioni di euro, sarebbero stati ottenuti da Angelini sulla base di «crediti inesistenti» o comunque non documentati riconosciuti attraverso la cartolarizzazione non performing. Il credito venne ceduto da Angelini alla Barclays Bank, secondo l’accusa, senza il corredo necessario di fatture o titoli rappresentativi dei crediti, ingenerando «gravi sospetti» sul presunto carattere fittizio dell’operazione. Secondo i legali di Barclays, invece, le investigazioni della Guardia di Finanza avrebbero ridimensionato le responsabilità dell’istituto di credito.
Alla seconda associazione a delinquere, quella in cui è coinvolto Del Turco, fa riferimento infine la posizione di Deutsche Bank, che nel processo è responsabile civile. Al centro della vicenda la delibera n.58 del 29 gennaio 2008 della giunta di centrosinistra. Era quella famosa delibera da «firmare o morire» che, di fatto, ha impegnato la Regione a pagare immediatamente i 14 milioni di crediti vantati dal gruppo Villa Pini. Non ad Angelini ma alla banca, che così azzerava ogni rischio potenziale. Anche in questo caso però, per l’accusa, il totale della somma sarebbe stato formato da crediti inesigibili e prestazioni non tutte verificate. «La delibera 58, che peraltro è peggiorativa e non migliorativa per le condizioni della banca» secondo i legali della Deutsche Bank,« si fonda su presupposti giuridicamente corretti». A margine dell’udienza di stamani il legale di Angelini “in quanto parte civile” ha depositato le richieste di risarcimento: a Del Turco, Quarta e Cesarone, chiesta una somma totale pari a 3 milioni di euro. Per Cesarone sono stati chiesti altri 163 mila euro, di cui 55 mila insieme all’ex assessore Boschetti. Ad Aracu chiesti 3 milioni e 500 mila euro, a Conga, 3 milioni e 600 mila euro. A Vito Domenici Angelini ha chiesto 500 mila euro. Infine 150 mila euro a Mazzocca e al suo ex segretario Bucciarelli. Il totale è di circa 11 milioni.


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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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