video » Beni per un milione di euro sequestrati nel pescarese

sequestro immobiliAncora un duro colpo delle forze dell’ordine contro i tesori accumulati illegalmente da famiglie rom sul nostro territorio. Questa mattina all’alba gli uomini del comando provinciale di Pescara della Guardia di Finanza, della Questura e dei Carabinieri hanno sequestrato alcuni immobili tra Montesilvano e Cappelle sul Tavo per un valore di circa un milione di euro. L’ingente patrimonio sottoposto a sequestro preventivo apparteneva ad una famiglia rom, facente capo a Vincenzo Bevilacqua 48 anni originario della provincia di Potenza esponente di spicco del clan Cassotta operante nel Vulture e nel lentese attualmente in carcere con una condanna a 18 anni per omicidio ed occultamento di cadavere. L’uomo, ha ricordato il comandante dei Carabinieri di Montesilvano, il capitano Enzo Marinelli, sposato con tre figli si era trasferito a Montesilvano nel 2003 dove aveva avviato l’attività di commercio di auto usate. Il Bevilacqua era stato sottoposto ad un controllo da parte delle forze dell’ordine per i suoi precedenti tanto da inoltrare una richiesta di sorveglianza speciale al Tribunale di Pescara che però l’aveva respinta non ritenendo l’uomo pericoloso socialmente.
Grazie alla sua attività illecita tra cui l’usura, nel corse degli anni aveva accumulato beni immobili per circa un milione di euro tra i quali una villa del valore catastale di mezzo milione di euro ubicata in Via Piemonte al civico 19 a Montesilvano intestata a sua moglie ed un appartamento e due locali commerciali a Cappelle Sul Tavo.
Il provvedimento, fa seguito ad un’indagine che nel mese di ottobre del 2011 ha visto protagonisti due degli indagati, che vennero tratti in arresto, unitamente ad altri pregiudicati, nell’ambito di una truffa architettata a danno di società di leasing operanti nel settore automobilistico. Parallelamente a quel procedimento penale, sono partite, da un lato, l’esame delle dinamiche criminali ad opera del personale della Divisione Anticrimine della Questura e, dall’altro, indagini patrimoniali e tributarie sui beni mobili ed immobili degli indagati, condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza che sono sfociate in un autonomo procedimento di prevenzione da cui è scaturito il sequestro urgente dei beni.
Il comandante del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Pescara, il Ten Col Roberto Di Mascio, ha inoltre riferito che l’individuo negli anni passati ha presentato dichiarazioni dei redditi irrisorie che andavano da un minimo di tremila euro ad un massimo di undicimila euro nel 2009.
L’incisività questa azione ha permesso, nel recente passato, di dare esecuzione a numerosi sequestri e confische nell’ambito delle diverse operazioni condotte dal 2007 ad oggi, con l’adozione di provvedimenti ablativi per complessivi 31 milioni di euro circa e di 113 misure della sorveglianza speciale in capo ad altrettante persone, “ad ulteriore prova” -hanno spiegato gli investigatori- “che la criminalità va contrastata, soprattutto, sul fronte dell’aggressione ai patrimoni sia per l’implicito senso di giustizia insito nei provvedimenti ablativi sia per il contenimento della loro pericolosità”.


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