Bilancio Ud’A – Sindacati: ” Il Rettore si è reso conto di ciò che ha firmato?” (2)

unichPer un Bilancio di previsione 2015 prontamente approvato ( peraltro all’unanimità del Senato Accademico di qualche ora fa) la nuova, durissima presa di posizione delle associazioni sindacali interne alla d’Annunzio. Per meglio comprendere questo ennesimo coltello tra i denti di Cgil, Cisl, Uil e CISAL occorre mettere le lancette indietro di appena 48 ore: è la tarda mattinata di martedì 2 dicembre quando, al termine di un vertice pescarese, i sindacati protocollano all’indirizzo del Magnifico Rettore Di Ilio ( e per presa visione ai componenti del Senato Accademico e del Dg) due pagine fitte di osservazioni tecnico-contabili sul documento di Bilancio chiedendo un incontro urgente, al solo Rettore tuttavia. Nove punti elenco a premessa dei quali i sindacati scrivono: “Notiamo che anche in questa importante occasione l’Amministrazione ha ignorato le norme contrattuali non fornendo alle Organizzazioni sindacali e alla RSU l’informazione preventiva sulle voci di bilancio relative al personale ( art.6, comma 3, punto j del CCNL) “. Passando, poi, alle singole voci contestate si inizia con i fondi destinati ai CEL ( collaboratori esperti linguistici) che secondo CGIL, CISL, UIL e CISAL sono stati “quantificati in modo oscuro e, quindi, con una gestione unilaterale in palese violazione degli impegni assunti“. Allarme rosso, a seguire, per altre 8 specificità: intanto, vengono dichiarate “ inadeguate le somme destinate alla formazione“; si chiede, poi,” di chiarire le modalità di costruzione del fondo di finanziamento per i posti da ricercatore alla luce dell’enorme differenza, in diminuzione rispetto alla previzione 2014, dei contratti a loro destinati“; si insinua il dubbio che i piani alti ( come perlatro si vocifera da un pò) intendano tagliare anche i buoni pasto, dopo l’IMA, ai 330 colletti bianchi. Solletica la nostra curiosità, forse perchè finora se ne era parlato poco o niente, il punto che chiama in ballo le due Cooperative “a marchio Ud’A”  ossia  la Biblos e la Leonardo. La missiva sindacale chiede “informazioni specifiche sulle attività svolte“, ma soprattutto come mai il Bilancio preveda un aumento di spesa a fronte delle dichiarazioni del Dg (nella seduta di Cda del 22 luglio scorso) in cui annunciava “stranissimi esuberi tra il personale tecnico-amministrativo“. Della serie, delle due l’una: se vi sono esuberi perchè anzichè esternalizzare sempre più tanti servizi, certamente pagandoli, non si assegnano nuove mansioni ai già ” strutturati” e stipendiati così da salvare i posti di lavoro con buona pace di casse e spese extra?. Questa, dunque, la dettagliata lettera dei sindacati in risposta alla quale il Rettore Di Ilio, con una rapidità senza precedenti, pur ribadendo ” la piena disponibilità dell’Amministrazione a fornire informazioni e ad incontrare chiunque” cita, anche lui come i sindacati, l’art.6 del CCNL con una interpretazione, tuttavia, completamente diversa e lasciando intendere che il Bilancio andrà in Senato prima e in CdA poi, praticamente in barba a quanto sollecitato da CGIL, CISL, UIL, CISAL. Noi ci domandiamo semplicemente come un articolo di un contratto nazionale di lavoro possa avere due significati praticamente opposti; ovvia e fulminea la reazione dei sindacati: ” Non vorremmo mai mancarLe di rispetto – dicono rivolgendosi al Rettore nell’ennesimo documento congiunto – ma ci domandiamo se Lei si sia reso conto di ciò che ha firmato”. Incalzanti al limite del derisorio, i passaggi successivi: da quello in cui si chiede conto del senso che si è voluto dare (persino graficamente) al suddetto art.6 bollando come “superfluo” quanto messo nero su bianco dal Magnifico; passando per una sonora lezione di diritto in cui i sindacati spiegano (sì spiegano) al Rettore “la differenza tra informazione preventiva e informazione successiva” insinuando che vi siano contaminazioni politiche e difetti di interpretazioni personali. Qualche riga prima delle firme, l’ultima matita rossa all’indirizzo di Di Ilio per ricordargli che “i sindacati, a differenza delle Rsu, sono abilitati ad intervenire su tutte le politiche dell’ateneo, bilancio compreso”. Tutto questo mentre l’IMA resta a debita distanza di 330 buste paga; lungo i corridoi di via dei Vestini tanti costosi “grandi fratelli” vigilano e registrano ( anche le telecamere, infatti, sono state installate nonostante le denunciate opposizioni dei sindacati); nelle ultime ore sarebbero state cambiate molte serrature di molte porte e nessuno sa bene come mai e soprattutto quanto sia costata questa nuova “scrupolosa” decisione dei piani alti, e la segretaria del dg avrebbe sfiorato il tetto dei 33 incarichi entrando anche nel direttivo del Coro d’Ateneo. Intanto, sembra che la scure della vendetta abbia cominciato a mietere le sue vittime sotto forma di carichi di lavoro e trasferimenti che decretati dalla sera al mattino impongono stravolgimenti emotivi e professionali senza spiegazione organizzativa alcuna, senza preavviso  e soprattutto sradicando esperienza e competenze come fossero radici morte da estirpare. Come dar torto, insomma, a quanti leggono nell’ultimo anno di decisioni di dg e Rettore la manifesta, esplicità volontà di far tabula rasa del passato, specie quello più recente ossia immediatamente antecedente alla loro gestione!

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