video » Boldrini dice no a Marchionne per visita alla Sevel

LAURA BOLDRINILa querelle tra la Presidente della Camera, Laura Boldrini, e l’ad della Fiat, Sergio Marchionne, aumenta l’interesse per la visita del numero uno della casa automobilistica torinese nello stabilimento della Sevel in programma martedì prossimo 9 luglio in Val di Sangro. La presidente della Camera Laura Boldrini, come già riferito ieri, ha rifiutato infatti, l’invito rivoltole da Sergio Marchionne, a visitare lo stabilimento abruzzese. In una lettera, la Boldrini spiega che per “impegni istituzionali già in agenda” non può accogliere l’invito alla cerimonia del 9 luglio in Val di Sangro. Nel testo però parla anche di politiche industriali e dice no alla “gara al ribasso sui diritti”. L’invito alla Boldrini è stato inviato venerdì scorso, dopo che la terza carica dello Stato aveva ricevuto i rappresentanti della Fiom che avevano manifestato a Roma. Nella sua lettera, Marchionne affermava di apprezzare il suo interessamento “ai problemi del lavoro in fabbrica”, ma ricordava che la Fiom “ha una rappresentatività molto limitata e non è sottoscrittore di alcun contratto nazionale”. “Per ogni fabbrica che chiude – scrive la presidente della Camera nella missiva – e per ogni impresa che trasferisce la produzione all’estero, centinaia di famiglie precipitano nel disagio sociale e il nostro sistema economico diventa più povero e più debole nella competizione internazionale”. Una presa di posizione netta che arriva il giorno dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo l’articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori nella parte relativa al diritto di rappresentanza solo per le sigle sindacali firmatarie di contratto. Una decisione che dà ragione alla Fiom e che a Marchionne non è sicuramente piaciuta. «La sentenza va applicata, le parti sociali devono parlarsi e su questo il governo non c’entra», precisa il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, «Con la Fiat – spiega – discutiamo delle strategie aziendali e abbiamo svolto un lavoro di analisi industriale, arrivando a individuare i temi di fondo. La Fiat ha confermato i propri impegni sugli stabilimenti italiani: contiamo che l’impegno venga rispettato».
 Plaude la leader della Cgil Susanna Camusso: «Dobbiamo davvero festeggiare per l’accordo firmato unitariamente a Cisl e Uil sulla rappresentanza e dobbiamo festeggiare perchè la sentenza della consulta dice che nessuno potrà mai cacciare un sindacato da un’azienda». Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, auspica che la Fiom «faccia rientrare la democrazia in fabbrica accettando le maggioranze che si esprimono di volta in volta. La vicenda nasce perchè la Fiom non rispetta la maggioranza dei lavoratori».


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