video » “Buco dell’acqua”: Wwf e Asf in Procura

acquaDal debito della sanità a quello dell’acqua. La Regione Abruzzo si appresta, ancora una volta, ad affrontare un’emergenza che rischia di ricadere sui cittadini, costretti a farsi carico di colpe altrui. La “malagestione” dell’acqua, i cui effetti sono stati annunciati ieri dal Commissario Straordinario Pierluigi Caputi, approda, ora, sulle scrivanie dei magistrati della Corte dei Conti e della Procura, grazie ad un esposto firmato stamane da Wwf ed Abruzzo Social Forum che lanciano pesanti accuse. Un debito consolidato di 300 milioni é solo l’aspetto più eclatante di un sistema basato su assunzioni clientelari, piuttosto che di serio impegno nel migliorare il servizio, e soprattutto sulla totale mancanza di trasparenza e partecipazione così come impone una legge europea. La prova provata é che negli ultimi dieci anni, a fronte di un aumento costante delle tariffe, la dispersione di acqua dalle reti vetuste é rimasta del 47%: “Benvenuto tra noi Caputi – dichiara con ironia il presidente del Wwf Abruzzo Luciano Di Tizio – finalmente si é accorto che quello che noi denunciamo da quasi dieci anni corrisponde a verità, ci chiediamo dov’era quando noi abbiamo in più riprese lanciato proposte per migliorare la situazione, adesso come minimo ci aspettiamo una raffica di dimissioni per manifesta incapacità, non prima di aver riparato di tasca propria questo buco, piuttosto che pretendere che siano gli abruzzesi a ripianare il debito.” Sulla stessa linea d’onda Renato Di Nicola di Abruzzo Social Forum: ” Bisogna riorganizzare immediatamente il servizio idrico evitando di aprire, come successo fino ad ora, un mero scontro di potere che si riduce ad una distribuzione di poltrone tra questo o quel partito, ma basandosi su reali regole di trasparenza e su forme di democrazia partecipata come da anni andiamo dicendo”.


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