Business immigrati- Blitz e 44 arresti, nuove accuse per la Chiaravalle

Carabinieri 1Nuovi capi d’imputazione a carico di Pierina Chiaravalle, 31 anni di Avezzano, stretta collaboratrice di Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa 29 giugno e tra i principali indagati del’Inchiesta della Procura di Roma, denominata “Terra di Mezzo” e ai più nota come lo scandalo di Mafia Capitale. Nell’ambito della seconda fase della complessa inchiesta, denominata, invece, “Mondo di mezzo”, sfociata con ben 44 ordinanze di misura cautelare eseguite in mattinata dai carabinieri del Ros, 19 in carcere e 25 ai domiciliari, la Chiaravalle si è vista notificare, nella sua casa di Avezzano dove è già ai domiciliari dallo scorso dicembre, un’altra ordinanza in cui s’ipotizza il reato di corruzione aggravata “dall’aver agito – recita il dispositivo – al fine di agevolare l’associazione mafiosa.” Già nella prima tranche la Chiaravalle, prima posta agli arresti in carcere poi ai domiciliari, veniva definita tra le persone più prossime all’operatività del sodalizio che, secondo l’accusa, avrebbe dato vita ad un ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d’imprese interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori. A capo dell’organizzazione l’Ex esponente di estrema destra Massimo Carminati, ritenuto il boss di Mafia Capitale, coinvolte anche diverse cooperative rosse ed in questa seconda ondata, vero e proprio terremoto negli uffici della Regione Lazio con arresti eccellenti tra politici e funzionari. L’accusa ipotizza a vario titolo reati di associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori ed altro. Le misure di stamane, oltre a perquisizioni nei confronti di 21 indagati, sono state eseguite oltre che nel Lazio,  in Abruzzo ed anche in Sicilia.

Secondo capitolo dell’inchiesta “Mondo di Mezzo” della procura di Roma e dei carabinieri del Ros: 44 gli arresti in corso di esecuzione in Sicilia, Lazio e Abruzzo per associazione per delinquere ed altri reati. Ventuno gli indagati a piede libero. Sullo sfondo il business legato ai flussi migratori e alla gestione dei campi di accoglienza per migranti.

Il blitz dei carabinieri è scattato all’alba nelle province di Roma, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Catania ed Enna. Nell’ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Roma, vengono ipotizzati a vario titolo i reati di associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori ed altro. Contestualmente agli arresti, sono in corso perquisizioni a carico di altre 21 persone indagate per gli stessi reati. I provvedimenti riguardano gli sviluppi delle indagini condotte dal Ros nei confronti di “Mafia Capitale”, il gruppo mafioso riconducibile a Massimo Carminati, ora in carcere. Secondo gli investigatori, gli accertamenti successivi a quella tornata di arresti hanno confermato “l’esistenza di una struttura mafiosa operante nella Capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali”. In particolare le indagini hanno documentato quello che gli inquirenti definiscono un “ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d’imprese, non solo riconducibili al sodalizio, interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori”.


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