C’è la società farmaceutica Filippi, con un piano occupazionale da circa 200 addetti, tra le realtà interessate alla reindustrializzazione delle aree del sito di Bussi, per la quale il Governo ha destinato 50 milioni di euro, ma su cui il piano di fattibilità è tutt’altro che certo, anzi è stato definito “inconsistente” dalla Regione. Che per venire a capo della querelle ha convocato, con l’assessore Lolli, un tavolo con tutti i soggetti coinvolti (e mai come in questi giorni contrapposti tra loro). L’interessamento della Filippi è una delle novità positive emerse dalla riunione aquilana, cui hanno partecipato anche i sindacati e i lavoratori della Solvay. Ma occorre chiarirsi in tempi brevi (entro la prossima conferenza di servizi riconvocata per il 2 ottobre a Roma) sugli ancora tanti punti oscuri del progetto di Goio e Solvay. Lo stesso commissario ha annunciato ieri che l’intervento proposto non comporterà lo stoccaggio di rifiuti pericolosi nell’area ex Medavox e in quelle esterne denominate “2a e 2b”. Ma dubbi sono sorti (e quasi certamente saranno riproposti nella riunione al ministero) sulla sorte dei rifiuti di altra natura comunque presenti nelle aree interessate. C’è chi infatti suggerisce, per un principio precauzionale, di evitare ad ogni costo la realizzazione di una “discarica nella discarica”, ed è stato ribadito con chiarezza che i costi per la messa a sicurezza debbano essere a carico di Solvay, la quale tuttavia ha disertato il tavolo di ieri. Parallelamente la Regione proporrà una sua ipotesi di riperimetrazione del SIN che liberi ulteriori aree al servizio delle attività produttive. Soddisfatti i sindacati. Per Domenico Ronca della CGIL è “definitivamente consacrato il principio che i 50 milioni vengano usati non per discariche aggiuntive, ma per la messa in sicurezza e reindustrializzazione del sito. Occorre ora approvare rapidamente un progetto condiviso che favorisca le iniziative industriali di cui si parla in queste settimane”.