Giornata di audizione in Procura a Campobasso, per i  Pm del Processo sulla discarica dei veleni in Val Pescara Giuseppe Bellelli, neo procuratore Capo di Sulmona, ed Anna Rita Mantini, chiamati ad esporre la versione dei fatti rispetto al tortuoso percorso di un procedimento conclusosi con l’assoluzione in Corte d’Assise di tutti e 19 gli imputati, in virtù della decisione dei giudici di derubricare il reato da avvelenamento delle acque a disastro colposo. Quanto basta per metterci sopra una bella pietra, quella della prescrizione. Una pietra, però, scalfita dallo scoop del giornalista de “Il Fatto Quitidiano” Antonio Massari, già ascoltato a Campobasso, il quale, riportando la testimonianza choc di un giurato popolare, parlò di pressioni dei giudici sulla Giuria Popolare, per giungere ad una sentenza di assoluzione, per non far esplodere, in qualche modo, l’ira dei potenti della Montedison. Ma Bellelli e Mantini, più che di queste vicende, hanno illustrato la loro tesi, in particolare puntando su quelle prove, non poche, che dimostrano ci sia stato un dolo nello sversare per decenni sostanze altamente nocive nel sottosuolo della discarica Tre Monti, sostanze che poi sono finite nelle falde acquifere. Rischi ed effetti, tra l’altro, ben noti ai vertici Montedison. Un altro aspetto che interesserà la Procura molisana, chiamata per competenza territoriale, ad occuparsi di vicende di questo genere, é la ragione per cui i Pm pescaresi hanno deciso di baipassare la Corte d’Appello a L’Aquila e presentare ricorso alla sentenza dello scorso 19 dicembre, direttamente in Cassazione. Sul contenuto nel dettaglio del colloquio il massimo riserbo così come avvenne nell’audizione del giornalista Massari e del Legale dello Stato Cristina Gerardis.