Bussi: secretata l’audizione dei PM alla Commissione parlamentare. Ascoltato anche D’Alfonso

bussi disUna parte dell’audizione dei PM del Tribunale di Pescara, Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini, è stata secretata. I due magistrati, che si sono occupati del processo sulla megadiscarica di rifiuti tossici, rinvenuta nel marzo 2007 a Bussi sul Tirino, sono stati ascoltati, a Pescara, per circa un’ora e mezza dalla Commissione parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Quella dei due PM è stata un’audizione molto tecnica in cui si è parlato di tutti gli aspetti del processo sulla megadiscarica. Alla Mantini e a Bellelli sono state chieste informazioni circa gli atti del processo e da dove si evinceva l’eventuale dolo. Inoltre, la Commissione ha acquisito il ricorso per Cassazione presentato dai due, il rinvio a giudizio e il capo di imputazione. All’audizione era presente anche un investigatore della Forestale che ha si era occupato delle indagini.

Ascoltato anche il governatore D’Alfonso
E’ durata meno di un’ora l’audizione del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, e dell’assessore regionale all’Ambiente, Mario Mazzocca. Al termine della testimonianza il governatore ha detto ai cronisti solo che le domande della Commissione parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti hanno riguardato il tema della bonifica del sito di Bussi e della reindustrializzazione. Anche l’assessore Mazzocca ha detto che si è parlato “della bonifica e dell’attività svolta dalla Regione in questi ultimi dieci mesi”. E’ stato ascoltato anche il sindaco di Bussi, Salvatore La Gatta, il quale ha riferito ai giornalisti che “la Commissione aveva l’esigenza di capire come sono andate le cose sia in passato che oggi e quali sono i progetti di reindustrializzazione”. Infine, sono stati ascoltati l’avvocato del WWF Tommaso Navarra e il presidente di Legambiente Abruzzo Giuseppe Di Marco. Nello specifico, il WWF ha presentato una memoria riguardante “da un lato la posizione delle strutture di controllo e l’assenza di interventi per decenni; dall’altro l’operatività delle associazioni ambientaliste e il contributo che hanno dato all’accertamento dei fatti”.

Sopralluogo a Bussi sul Tirino
Il lavoro della Commissione, presieduta dall’onorevole Alessandro Bratti, era iniziato con il sopralluogo al sito di Bussi per approfondire la situazione riguardante le bonifiche in Abruzzo. Recentemente sul processo relativo alla megadiscarica di Bussi, che si era concluso il 19 dicembre scorso con l’assoluzione degli imputati dall’accusa di avvelenamento delle acque e con la dichiarazione di prescrizione del reato di disastro ambientale perché derubricato da doloso in colposo, il Fatto Quotidiano aveva pubblicato alcuni articoli su presunte pressioni che avrebbero ricevuto i giudici popolari della Corte d’Assise di Chieti.

Il presidente Bratti: “Il nostro lavoro non finisce oggi” 
Il presidente della Commissione Alessandro Bratti ha spiegato che “la nostra istruttoria non finirà 
oggi con il sopralluogo e le audizioni a Pescara ma acquisiremo anche altri aspetti tecnici quali le vicende della sentenza e le recenti denunce. Non entreremo mai in conflitto con l’inchiesta che sta conducendo la Procura di Campobasso ma, essendo al corrente delle notizie in merito, abbiamo già 
scritto al Consiglio Superiore della Magistratura per stabilire un contatto, visto che anche il Csm ha aperto un’istruttoria”.

Il Wwf Abruzzo presenta un dossier.

Il Presidente del WwfAbruzzo Luciano Di Tizio e l’avvocato Tommaso Navarra hanno presentato un dossier alla Commissione bicamerale di inchiesta sui rifiuti che si sta occupando del caso della mega discarica dei veleni in Val Pescara. Il dossier ha come scopo quello di “da un lato segnalare alla Commissione quanto hanno fatto in termini di controllo e di inchiesta tutte le componenti della società civile abruzzese – ha detto il presidente Di Tizio – e di evidenziare quanto di accertato è emerso dal processo. Nella stessa sentenza, che ha pur condotto fin qui all’assoluzione degli imputati, ci sono elementi e principi fondamentali acquisiti che richiedono un intervento. Che nelle varie discariche ci siano i veleni- ha concluso Di Tizio- è accertato; che l’inquinamento è gravissimo, altrettanto; che è urgente bonificare quella zona, idem. Insieme al dossier abbiamo anche presentato, proprio per questi motivi, una breve memoria sulle contraddizioni della sentenza”.

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