“Cabina di regia” a Spoltore, parte il processo

spoltoremunicipioPrende il via domani a Pescara il processo relativo all’inchiesta “Cabina di regia” che nel luglio del 2011 azzerò di fatto l’allora giunta comunale di Spoltore guidata dal sindaco Franco Ranghelli. Agli ordini del giudice Antonella Di Carlo sfileranno i test dell’accusa sostenuta dal Pm Varone: gli investigatori del Corpo Forestale che hanno condotto le indagini, due consulenti della Procura e se il tempo lo consentirà, anche i quattro redattori del Piano Regolatore di Spoltore. A giudizio12 persone tra cui l’ex sindaco Ranghelli, l’ex presidente del Consiglio Regionale Marino Roselli, l’ex componente del Consiglio d’amministrazione di Ambiente Spa Luciano Vernamonte, l’ex assessore comunale all’urbanistica Ernesto Partenza, l’ex consigliere comunale Pino Luigioni; gli imprenditori Luigi Zampacorta ed Alessandro D’Onofrio; il dirigente comunali Tullio Santroni, i tecnici Bruno Crocetta, Emilio Di Paoloemilio, il geometra Giuseppe Del Pretaro ed il costruttore Marcello Sborgia. Tra i reati contestati associazione a delinquere, corruzione, concussione e falso. Secondo l’accusa a Spoltore in quegli anni comandava una sorta di organo ombra, da qui la definizione di cabina di regia, alternativo al Consiglio Comunale, che disponeva della cosa pubblica in piena autonomia e al di la degli interessi della collettività. In particolare le vicende prese in esame dalla Procura: la redazione del nuovo piano regolatore; l’accordo di programma per l’ampliamento del cimitero ed un progetto per la realizzazione di appartamenti nella zona fluviale. Nel corso delle indagini sono stati prosciolte cinque persone in un primo momento oggetto di avviso di garanzia, tra queste l’ex assessore Carlo Santurbano, Angelo Mario D’Eramo, Enzo Ginsante, Alessio Carletti e Marco Della Torre, mentre su un altro versante, quello relativo al centro commerciale City Moda, fascicolo stralcio dall’inchiesta principale, nei giorni scorsi sono state rese note le motivazioni per l’assoluzione da parte del giudice Massimo De Cesare, del titolare Giancarlo Fiore e del  progettista Aldo Martina, accusati di aver violato un’ordinanza di prescrizione del Comune di sospensione dell’attività. Quella ordinanza era di fatto illegittima, ha stabilito De Cesare, perchè non erano trascorsi i 15 giorni necessari per la richiesta di agibilità della struttura e sulla questione delle false autorizzazioni, Fiore era già stato condannato al pagamento di un’ammenda e dunque non può essere giudicato due volte per uno stesso reato.

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