Camere di Commercio, Becci: “Fusione Chieti – Pescara per il bene delle imprese”. A Chieti riserve su tempistica

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Pescara Camera di Commercio 02Urbanistica, commercio e terziario, gli obiettivi su cui insisterà la giunta bis del Presidente della Camera di Commercio di Pescara Daniele Becci. Tra riconferme e “new entry”, la nuova giunta camerale si attiverà da subito per programmare una serie di incontri con le istituzioni e tutelare le 43.000 imprese della Provincia di Pescara. Per la città capoluogo, secondo Becci, deve essere attuato un piano generale del commercio, puntando sì sulla pedonalizzazione ma anche su una viabilità alternativa e sui parcheggi. Tra i nuovi ingressi in giunta Piero Galasso della Confcommerio, Gianni Taucci della Confesercenti, il presidente della Cantina Tollo Tonino Verna, per l’industria Stefania Bosco e il direttore regionale di Coldiretti Alberto Bertinelli. Quanto alla fusione tra le Camere di Commercio di Pescara e di Chieti, per Becci è necessaria: “Gli imprenditori alle prese con una grave crisi non possono tollerare si litighi per le poltrone, chiedono che tutti siano uniti per un interesse comune e cioè il rilancio dell’economia della piccola e media impresa. Assistiamo a numeri drammatici, ogni giorno falliscono centinaia di imprese, dobbiamo lavorare tutti nella stesa direzione. La sede principale della futura Camera di Commercio unica – conclude Becci – a titolo personale sarei favorevole a fissarla nella struttura di Chieti Scalo. Il tutto per il bene delle aziende.”

CONFCOMMERCIO CHIETI: SI ALLA FUSIONE, MA NO ALLE PROROGHE

«La Confesercenti è sempre stata favorevole alla costruzione di una grande Camera di commercio dell’area Chieti Pescara, e non c’è alcuna divisione fra chi vuole la fusione e chi difende il campanile. La verità è che il voto di ieri è solo l’avvio della discussione, e avrà un solo effetto reale: la proroga degli attuali organi di governo della Camera, con in testa il presidente Silvio Di Lorenzo, che resterebbe al vertice dell’ente per altri 18 mesi». Lo affermano il direttore regionale di Confesercenti Enzo Giammarino ed il direttore provinciale di Chieti Lido Legnini. «La norma infatti consente di prorogare gli organi in carica nel caso la Camera deliberi la fusione, ed è proprio quello che è avvenuto ieri con il voto in giunta: abbiamo detto “no” ad un atto di forza e di autodifesa dell’attuale presidenza della Camera, che per vicende personali è in evidente difficoltà nel gestire questa fase ed è spaventata dal rinnovo degli organi, in quanto, a differenza del passato, oggi le organizzazioni delle piccole imprese sono in grado di esprimere più forza e autonomia. La nostra linea è chiara: siano i nuovi organi, quelli che dovranno insediarsi legittimamente a gennaio 2015, a deliberare e guidare la fusione. Ribadiremo – annunciano Giammarino e Legnini – la nostra posizione anche nel Consiglio camerale che dovrà essere convocato a breve e che, siamo certi, respingerà il tentativo di autoconservazione dell’attuale governance. La fusione che vogliamo non può essere fatta contro interi settori economici, men che meno contro le piccole e medie imprese».

SARACENI E SCASTIGLIA (CNA): “NESSUNA SCONFITTA, NON SVENDIAMO LA PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA”

«Non tutte le cronache sul voto di ieri della giunta della Camera di commercio di Chieti rispondono a verità. Ieri è stata infatti votata una delibera di giunta che non ha alcuna efficacia se non verrà votata dalla maggioranza qualificata (almeno i due terzi) del consiglio camerale: non tentiamo di indebolire i pochi strumenti di partecipazione democratica che ci sono rimasti nella gestione della cosa pubblica. Noi non ci sentiamo per nulla sconfitti». Lo affermano Savino Saraceni, presidente di Cna Chieti, e il direttore provinciale Letizia Scastiglia. «La posizione di Rete Imprese Italia non è mai stata un “no” alla fusione, ma un “no” al metodo imposto ieri: siamo convinti infatti che la estrema debolezza che sta attraversando la Camera di commercio di Chieti in termini di rappresentatività non sia la migliore condizione per gestire una fase storica come la fusione con un’altra Camera di commercio. Ci battiamo perché scelte storiche per il sistema camerale vengano prese da organi rinnovati, pienamente nelle proprie funzioni e non dediti solo all’autoconservazione». Anche per questa ragione, sottolineano Saraceni e Scastiglia, «ci chiediamo come sia possibile annunciare che la prima convocazione del nuovo consiglio camerale avvenga prima della scadenza dell’attuale consiglio, a dicembre, solo perché arriverà Squinzi che, vale la pena ricordarlo, non è il presidente degli imprenditori, ma di una delle associazioni che li rappresentano. La Camera è la casa delle associazioni, non di una sola di esse. Di fronte a questi atti di arroganza che non trovano fondamento neppure nelle regole, siamo fortemente amareggiati, perché con trasparenza e spirito di lealtà abbiamo cercato di portare la voce delle imprese da noi rappresentate nella gestione e nelle scelte dell’Istituzione camerale, ma c’è qualcuno che continua a volere che nulla cambi per conservare gli attuali equilibri. Ecco perché non ci sentiamo sconfitti, ed anzi continueremo la battaglia perché la fusione sia votata dai nuovi organi».

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