Emergono i primi elementi nell’inchiesta della magistratura avviata a seguito della morte del giovane medico aquilano Mario Celli, travolto da una slavina a Campo Imperatore lo scorso 28 gennaio, mentre scendeva in un fuoripista nella zona dei “Valloni”.
Nell’ambito delle indagini, infatti, il nucleo di polizia giudiziaria e il comando provinciale del Corpo forestale erano stati incaricati dal pubblico ministero David Mancini di fare accertamenti sulla sicurezza delle piste da sci di Campo Imperatore, con riferimento anche alla presenza o all’assenza della segnaletica e dei necessari cartelli finalizzati alla sicurezza dei frequentatori della montagna, anche per gli appassionati dei fuori pista.
La forestale ha concluso gli accertamenti depositando la relativa relazione in tribunale. Un’informativa dalla quale sarebbero emerse delle irregolarità e sarebbero state individuate anche alcune persone quali possibili indagati.
Spetterà ovviamente alla magistratura valutare se le presunte irregolarità possano essere collegate con la morte del giovane medico del capoluogo, la cui scomparsa aveva destato una enorme commozione in città.
L’uomo, lo ricordiamo, era stato ritrovato dal fratello Paolo che era in montagna con lui grazie all’Arva, l’apparecchio per la ricerca delle persone travolte da valanghe di cui entrambi erano muniti. Il giovane medico venne sottoposto ad alcune terapie nell’ospedale “Mazzini” di Teramo che sembravano aver scongiurato il peggio ma le sue condizioni peggiorarono rapidamente e non ci fu più nulla da fare.
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