Se da un lato c’è un orientamento prevalente a tirare in ballo la Regione, proprietaria dello stabile, nel maxi-risarcimento già esigibile in primo grado, tra le parti civili del processo per il crollo della Casa dello Studente a L’Aquila non si esclude, anzi si discute molto della possibilità di appellarsi alla sentenza del giudice Grieco, le cui motivazioni sono state rese note nei giorni scorsi, nella parte in cui ha assolto da ogni accusa i vertici dell’Adsu. Pur nella prudenza necessaria in questi casi, e riservandosi una lettura approfondita della motivazioni assieme ai familiari delle vittime che prenderanno una decisione nei prossimi giorni, l’ipotesi dell’appello parziale si fa spazio tra alcuni legali. Lo sottolinea al TG8, pur con la dovuta prudenza, l’avvocato Simona Giannangeli. “Discuteremo con le famiglie la strategia da intraprendere per l’appello, ma restiamo convinti di quanto già espresso in aula in sede di richieste al processo di primo grado: i dirigenti amministrativi dell’Adsu vanno valutati per il ruolo, le responsabilità di vigilanza e il rapporto che avevano con gli studenti, al di là delle responsabilità in merito ai lavori”. Tenuto conto che il giudice unico ha accolto in toto la ricostruzione della Procura la quale ha escluso le responsabilità dei vertici ADSU chiedendo e ottenendone l’assoluzione, le parti civili, o forse solo alcune di esse, si troveranno isolate nel giudizio d’appello.
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