Con una lettera aperta ai mezzi di informazione il Presidente della Provicnia dell’Aquila Antonio Del Corvo mette a confronto due fatti di cronaca ponendo un interrogativo. Quello del direttore regionale di Confcommercio Celso Cioni “che barricandosi nel bagno della filiale aquilana della Banca d’Italia, ha voluto protestare contro la situazione drammatica delle centinaia di piccoli imprenditori della sua città che si trovano
in difficoltà”. “Leggere che Cioni potrebbe essere incriminato per interruzione di
pubblico servizio e procurato allarme, desta in me parecchio sgomento se penso che, sottolinea Del Corvo, non molto tempo fa, nell’ufficio di presidenza della Provincia dell’Aquila si barricò, in più di un’occasione, l’imprenditore Massimo Tomeo, per
manifestare la sua difficoltà personale, con ben altro trattamento da parte di chi è intervenuto”. “È da considerare che Celso Cioni con la sua protesta intendeva
tutelare gli interessi di un’intera categoria in un momento di grave difficoltà, continua Del Corvo, mentre l’imprenditore Tomeo, per i suoi soli interessi, giorno e notte, ha impedito con la sua presenza il regolare svolgimento delle attività lavorative negli
uffici della Provincia, con il conseguente stato di agitazione e allerta che aveva generato nei dipendenti dell’Ente. Due fatti di cronaca che, probabilmente, dovevano essere gestiti in maniera identica”, sottolinea. “Affermazioni risibili”, replica l’imprenditore Tomeo,
che aveva occupato la sede dell’ente per ottenere il pagamento dei lavori eseguiti in subappalto presso l’Istituto “Morandi” di Sulmona. “Dalla mia denuncia è passato tanto tempo e abbiamo saputo adesso che la magistratura ha fatto il suo corso. Non si capisce come Del Corvo possa sapere se la magistratura o si occupata o no di questa vicenda, sottolinea l’imprenditore di Vasto. Se avrò dei provvedimenti me li vedrò io, aggiunge Tomeo. Io penso alle mie vicende, il Presidente pensasse alle sue”, conclude.

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