video » Caso Pica: consegnati gli atti ma i parenti non si arrendono

silvana-pica-scomparsa-2011A pochi mesi dall’archiviazione dell’inchiesta i parenti di Silvana Pica hanno acquisito ieri in tribunale tutti gli atti relativi alle indagini svolte per cercare di risolvere il giallo della scomparsa della donna pescarese, svanita nel nulla il 17 gennaio del 2012. Un centinaio di pagine per giungere alla conclusione, indicata dal Pm D’Agostino ed accolta dal Gip, che quasi certamente Silvana Pica si é tolta la vita. Una conclusione che, però, non soddisfa i parenti della donna, in particolare i cognati Marcello Berghella e Rossella Zaffiri che da una parte si sono affidati ad un legale al fine di trovare un modo per riaprire le indagini e dall’altra continuano ad essere al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica nazionale, la scorsa settimana sulla trasmissione “Linea Gialla” di La 7 condotta da Salvo Sottile, il Caso Pica ha fatto registrare un quasi 10% di share. Sul contenuto degli atti, per altro riassunto nell’ordinanza di archiviazione, ci sarebbero – secondo Berghella – numerose incongruenze: importanti reperti non acquisiti, come il famoso biglietto ritenuto autentico nel quale la Pica si rivolgeva a fantomatici ladri che erano soliti rubarle dei soldi nella sua camera all’interno dell’abitazione in Viale Marconi e soprattutto emergerebbero palesi contraddizioni nelle deposizioni delle sue due coinquiline rumene ascoltate una sola volta dai carabinieri, in particolare una di queste pare risultasse anche lei affetta da una grave patologia psichica tanto da essere oggetto di un provvedimento della Magistratura che le ha tolto la patria potestà per tutti e tre i suoi figli. “Come hanno potuto gli inquirenti non approfondire questi aspetti?”  Si chiede Marcello Berghella deciso  a non lasciare nulla d’intentato perchè venga fatta piena luce sulle ultime ore di Silvana il cui corpo, tra l’altro, non é stato mai ritrovato. La tesi del suicidio non convince anche alla luce di una casistica medica precisa che esclude, per il tipo di patologia di cui era affetta Silvana, ovvero schizofrenia dissociativa, l’impulso autodistruttivo.


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