Cementificio da delocalizzare, no al rinnovo della concessione.

Caro Direttore di Rete 8,

la questione della delocalizzazione del cementificio costituisce ormai un dibattito vecchio di cinquant’anni; rappresenta il segno evidente che troppo spesso le classi dirigenti non hanno saputo porre rimedio ad una problematica che riguarda in primis la qualità della vita, la salute pubblica e la sicurezza dei cittadini ma anche lo sviluppo socio-economico della città da un punto di vista ambientale e non solo; occorre sviluppare una riflessione sui modelli di sviluppo, sul ruolo e le funzioni della città di oggi, sulle periferie e sulla necessità di rivitalizzare territori urbani e determinare indrizzi sociali.

Per queste ragioni crediamo che da subito debba essere dato un segnale da parte delle istituzioni riunite nella Conferenza dei servizi che vada nelle direzione della delocalizzazione e sicuramente il primo passo è quello di non rinnovare la concessione ad uno stabilimento che oggi è incompatibile con il territorio sia per motivi legati all’ambiente e alla salute pubblica ma anche perchè impedisce di fatto lo sviluppo e la riqualificazione.

Occorre ripristinare la qualità della vita e tutelare l’ambiente e in tal senso stato più volte dimostrato che in particolare in quella parte di Città l’aria è pessima; per questo da subito attraverso azioni concrete bisogna avviare il processo di delocalizzazione dello stabilimento e sviluppare ipotesi di riqualificazione urbana che prenda spunto dalla contraddizione sul territorio che vede una struttura culturale come la Città della Musica e lo storico cementificio distanti poche centinaia di metri l’uno dall’altro e che testimoniano appunto di una mancata programmazione e casualità degli interventi che richiede invece coerenza; per questo crediamo che lo sviluppo e il recupero debba partire dall’esaltazione di strutture come la Città della Musica e il parco fluviale ipotizzando perchè no anche interventi futuri che possano caratterizzare e recuperare l’identità di un quartiere troppo spesso immaginato e relegato a ” periferia” e che potrebbe conoscere attraverso gli interventi fatti e la programmazione futura, che parte dalla delocalizzazione del cementificio, una nuova dimensione come ad esempio distretto culturale.

Giacomo Cuzzi Capogruppo Pd Circoscrizione Porta Nuova

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