Cementificio Pescara: cessazione attività

cementificio pescara“Il 19 maggio 2015 presso il Ministero del Lavoro è stato dichiarato da parte di Sacci SpA la cessazione dell’attività del cementificio di Pescara”: lo rende noto la Fillea-Cgil, sottolineando che “la decisione è avvenuta nell’ambito del ritiro della procedura di mobilità per licenziamento collettivo riguardante gli stabilimenti che producono cemento quali, Castelraimondo (Macerata), Pescara, Livorno e Roma, nonché gli impianti della divisione calcestruzzi”.
“Il cementificio di Pescara, a differenza di quelli di Macerata, Livorno e della sede di Roma, non ha avuto lo stesso trattamento”, sottolinea il sindacato, che parla di “differenza non formale, ma sostanziale per i 34 lavoratori del cementificio di Pescara e degli impianti di calcestruzzo. Ancor prima di ottenere il concordato preventivo, richiesto da parte di Sacci SpA al Tribunale di Roma – afferma il segretario della Fillea Cgil di Pescara, Massimo Di Giovanni – per tentare di salvare il Gruppo Sacci si è deciso di dismettere il solo cementificio di Pescara, insieme agli impianti di calcestruzzo”.
“Quando il 25 maggio partirà la Cigs per cessazione attività – spiega Di Giovanni – Sacci ha già decretato che nell’eventuale piano di salvataggio non è ricompreso il cementificio di Pescara, decretando conseguentemente tra 12 mesi, se nulla accadrà, la chiusura, la cessazione dell’attività, appunto. La direzione Sacci non ha voluto, quindi, nonostante vi fossero possibilità tecniche per farlo, far rientrare anche il cementificio di Pescara in una Cigs per crisi aziendale, come è stato fatto per altri stabilimenti. Questo epilogo – osserva il segretario – riteniamo sia ingeneroso e affatto rispettoso dei lavoratori del cementificio di Pescara che hanno dato molto a Sacci e al territorio, ma, nonostante ciò, sono stati trattati in maniera diversa rispetto ad altri. Riteniamo che le istituzioni dovrebbero adoperarsi immediatamente per la vera messa in sicurezza, nonché per la vera eventuale bonifica dell’impianto, qualora necessaria. Riteniamo che si sia chiusa una tristissima pagina per i lavoratori Sacci di Pescara che non meritavano un simile trattamento da parte di una società che, seppur in difficoltà economico-finanziaria – conclude Di Giovanni – vuole tentare, per il tramite del concordato preventivo, di riportare in bonis il Gruppo Sacci SpA”.

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