Centro turistico del Gran Sasso, blitz dei carabinieri. Indagine su presunte consulenze d’oro

gran sasso funiviaAttività amministrativa della Spa di proprietà del Comune, verbali delle sedute del Consiglio di amministrazione, copia di contratti e consulenze, elenchi di rimborso spese. Questo e molto altro hanno cercato i carabinieri negli uffici del Centro turistico del Gran Sasso, ad Assergi, nella giornata di ieri. Sul Centro turistico – una delle municipalizzate del Comune dell’Aquila – e sulla gestione dell’ex presidente, l’avvocato genovese Alessandro Comola, è scesa così la scure della Procura. A presentarsi ieri nella sede della società sono stati i carabinieri del Reparto operativo del comando provinciale, in particolare il Nucleo operativo diretto dal capitano Roberto Ragucci. I militari si sono presentati negli uffici a metà mattinata per acquisire documentazione varia. Al centro dell’interesse della magistratura ci sarebbero anche le trattative per la privatizzazione e le presunte consulenze d’oro. Infine, anche la mancata apertura della stagione sciistica 2012-2013, la revisione generale e speciale delle Fontari e la richiesta di risarcimento in sede civile avanzata dall’avvocato Comola al Comune per 251mila euro per il licenziamento, secondo lui, ingiustificato. Non ci sarebbero al momento persone iscritte nel registro degli indagati.

Già il 16 agosto scorso, tuttavia, la Guardia di Finanza aveva passato al setaccio gli uffici del Centro turistico del Gran Sasso ad Assergi alla ricerca dei documenti relativi alle consulenze commissionate dall’azienda e ai rimborsi spese pagati agli amministratori. Le Fiamme gialle avevano, in quell’occasione, acquisito la documentazione che fece discutere i componenti della commissione Garanzia del Comune dell’Aquila presieduta da Raffaele Daniele (Udc), che scandagliò i costi, ritenuti eccessivi, per il presidente del Consiglio di amministrazione, il genovese Alessandro Comola, e per alcuni suoi collaboratori. Secondo Daniele, solo di hotel e ristoranti, Comola e la sua staffista avevano presentato in sette mesi fatture per 18mila euro.Attività amministrativa della Spa di proprietà del Comune, verbali delle sedute del Consiglio di amministrazione, copia di contratti e consulenze, elenchi di rimborso spese. Questo e molto altro hanno cercato i carabinieri negli uffici del Centro turistico del Gran Sasso, ad Assergi, nella giornata di ieri. Sul Centro turistico – una delle municipalizzate del Comune dell’Aquila – e sulla gestione dell’ex presidente, l’avvocato genovese Alessandro Comola, è scesa così la scure della Procura. A presentarsi ieri nella sede della società sono stati i carabinieri del Reparto operativo del comando provinciale, in particolare il Nucleo operativo diretto dal capitano Roberto Ragucci. I militari si sono presentati negli uffici a metà mattinata per acquisire documentazione varia. Al centro dell’interesse della magistratura ci sarebbero anche le trattative per la privatizzazione e le presunte consulenze d’oro. Infine, anche la mancata apertura della stagione sciistica 2012-2013, la revisione generale e speciale delle Fontari e la richiesta di risarcimento in sede civile avanzata dall’avvocato Comola al Comune per 251mila euro per il licenziamento, secondo lui, ingiustificato. Non ci sarebbero al momento persone iscritte nel registro degli indagati.

Già il 16 agosto scorso, tuttavia, la Guardia di Finanza aveva passato al setaccio gli uffici del Centro turistico del Gran Sasso ad Assergi alla ricerca dei documenti relativi alle consulenze commissionate dall’azienda e ai rimborsi spese pagati agli amministratori. Le Fiamme gialle avevano, in quell’occasione, acquisito la documentazione che fece discutere i componenti della commissione Garanzia del Comune dell’Aquila presieduta da Raffaele Daniele (Udc), che scandagliò i costi, ritenuti eccessivi, per il presidente del Consiglio di amministrazione, il genovese Alessandro Comola, e per alcuni suoi collaboratori. Secondo Daniele, solo di hotel e ristoranti, Comola e la sua staffista avevano presentato in sette mesi fatture per 18mila euro.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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