Centrodestra pronto alla battaglia in Regione sulla compartecipazione

SospiriI Gruppi consiliari di Forza Italia, Abruzzo Futuro e Nuovo Centro Destra, hanno annunciato all’Emiciclo una dura battaglia ostruzionistica contro il Regolamento sulla compartecipazione ai ticket per le prestazioni socio-sanitarie, da oggi in discussione in Commissione Sanità. Un provvedimento, che secondo i gruppi di centrodestra rischia di distruggere le garanzie sociali per i cittadini-utenti e di mettere in ginocchio le finanze dei Comuni. “La Regione – ha spiegato il Capogruppo di FI Lorenzo Sospiri – non pagherà più le rette degli istituti e delle cure connesse alla non autosufficienza, ma solo una quota ipotizzata dell’80 per cento, senza precisare con quale copertura finanziaria. Il restante costo resterà di competenza dei Comuni che, però, si troveranno a dover anticipare soldi senza disporre di fondi erogati sulla base di una programmazione. Il Presidente D’Alfonso trascura dunque la prassi secondo cui i Comuni intervengono secondo una programmazione rigida detta sistema sociale integrato, per cui programmano dei piani di zona e chiedono il relativo finanziamento alla Regione o allo Stato per le necessità individuate. Appare evidente che il flusso finanziario non può essere il contrario e i Comuni non possono vedersi arrivare dagli istituti richieste di pagamento per servizi e prestazioni erogate a non autosufficienti, solo perché così ha regolamentato la Regione. Nello stesso tempo è assurdo che il Comune, le cui scarse risorse non sarebbero in ogni caso in grado di reggere ‘l’urto’ delle nuove disposizioni, si faccia esattore presso gli utenti e, in caso di insolvenza, le rispettive famiglie. O sarà la Regione a recuperare i crediti nei confronti dei cittadini? E con quale autorità lo farà? Un interrogativo non di poco conto, perché nello stesso Regolamento, all’articolo 7, si introduce anche il ‘prelievo forzoso delle pensioni’ e delle indennità di accompagnamento dei pazienti, costretti al ricovero nelle residenze sanitarie assistite (Rsa). Al pensionato viene lasciato appena il 20 per cento del trattamento minimo pensionistico, per ‘piccole spese personali’. Quello che il Presidente forse non sa è che, per esempio in gran parte delle Rsa, la retta pagata dal paziente non è omnicomprensiva e restano a carico del malato spese oltremodo consistenti, per alcuni farmaci non mutuabili e pertanto costosi, per le spese di lavanderia e per quel minimo di assistenza accessoria che il personale interno alle strutture, spesso insufficiente e malgrado la buona volontà, non riesce a garantire. Costi aggiuntivi che, com’è facile immaginare e come sarebbe altrettanto facile certificare, vanno ben oltre il 20 per delle pensioni e che finiscono per gravare, di fatto, anche sull’intera famiglia del ricoverato. Famiglia che, secondo i nuovi criteri Isee, è ritenuta ricca a prescindere. Tale ricaduta di costi, come inevitabile, assesterà a numerose famiglie abruzzesi un altro colpo, spingendole sotto la soglia di povertà”.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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