Chiede 10 milioni di euro per ingiusta detenzione

Zavettieri

petrilli giulioDieci milioni di euro come risarcimento danni per ingiusta detenzione: a chiederli è Giulio Petrilli, nato a Ortona dei Marsi e residente a L’Aquila, arrestato nel 1980 per partecipazione a banda armata con funzioni organizzative (Prima Linea). Il provvedimento scaturì da un mandato di cattura emesso dal pubblico ministero del Tribunale di Milano Armando Spataro (attualmente procuratore capo del Tribunale di Torino). In una lettera al inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, Petrilli ha raccontato la sua storia, chiusa con la sentenza definitiva di assoluzione emessa dalla Cassazione nel luglio 1989, dopo una detenzione di cinque anni e otto mesi. Per lui fu carcere duro, sotto regime articolo 90, più ferreo dell’attuale 41 bis. “Anni di isolamento totale – ricorda nell’istanza – blindati dentro celle casseforti, senza più poter scrivere, leggere libri, anche quelli per studi universitari, qualche ora di tv ma solo primo e secondo canale. Un’ora di colloquio al mese con i parenti, ma con i vetri divisori”. E in quegli anni di condanna Petrilli – che da anni si batte “per avere giustizia giusta” – entro’ in 12 carceri diverse. “Immediatamente dopo la scarcerazione – ricorda – non ero in grado di produrre ricorsi, è verificabile dal certificato dell’ospedale militare di Chieti che subito dopo la mia scarcerazione mi esentò dal servizio di leva per la situazione di fortissimo stress da parte mia, con gravi forme paranoiche depressive che il carcere speciale con l’isolamento totale mi aveva prodotto”. La documentazione è stata acquisita agli atti dalla Corte d’Appello di Milano, che nel giugno del 2012 analizzò il suo ricorso per la riparazione da ingiusta detenzione. Ad oggi Petrilli non ha ricevuto alcun indennizzo poiché, seppure assolto, i giudici ritennero che le sue frequentazioni fossero state poco raccomandabili. 

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