Chieti – 4 ore di sciopero alla Thales

thales1I vertici aziendali si limitano a parlare di ” ristrutturazione e riorganizzazione delle forze lavoro”, i sindacati e ancor prima i lavoratori temono che questi due termini possano celare chiusure, licenziamenti o nella migliore delle ipotesi trasferimenti. Questo è il clima che si respira alla Thales di Chieti scalo, questi gli umori che abbiamo registrato questa mattina tra i lavoratori in stato di agitazione. Uno sciopero di 4 ore all’ingresso dello stabilmento teatino della multinazionale francese con altre quattro sedi in Italia anch’esse in stato di agitazione. Uno sciopero quello di questa mattina che ha voluto attirare l’attenzione della politica locale e regionale ” prima che sia troppo tardi come abbiamo visto per altre vertenze scoppiate dall’oggi al domani mentre i vertici aziendali negavano ciò che, invece, nei piani alti era stato già deciso” ci ahnno spiegato i lavoratori. Questo ci hanno spiegato i lavoratori Thales, questo temono i sindacati: una multinazionale con sede a Chieti da oltre 15 anni che impiega ingegneri ed esperti in materia di sistemi elettronici e di comunicazione per la Difesa ed altri campi di alta teconologia. Il neo amministratore delegato Monsani, in visita a Chieti la scorsa settimana, alle incalzanti domande di sindacati e lavoratori in merito al futuro dello stabilimento abruzzese non avrebbe risposto con fare rassicurante e questo è suonato come un pericoloso campanello di allarme e di conferma circa le voci di tagli e trasferimenti. La speranza per gli oltre 100 dipendenti di Via Piaggio, oggi in sciopero, è che la politica locale si muova subito e con strategie mirate e corali ” affinchè quello della Thales non sia l’ennesimo caso di una multinazionale che pur avendo fatturati e commesse va via dall’Abruzzo per investire altrove”.

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