Chieti, l’aggressore di Daita si difende

ballone agostino

Chieti Questura“Mi son difeso” è quanto ha detto, confermando le dichiarazioni rese nel primo interrogatorio agli agenti della Squadra Mobile, il 23enne indagato dalla Procura di Chieti per lesioni aggravate procurate al 51enne giornalista Simone Daita. Il giovane è stato interrogato dal PM Giuseppe Falasca ed ha spiegato di avere reagito per difendersi dopo un pugno sferrato dall’uomo finito in ospedale al termine della lite avvenuta lo scorso 28 febbraio in via Vico, a Chieti. Dopo essere stato colpito al viso Simone Daita è ancora in ospedale a Pescara, in condizioni molto gravi per un trauma cranio facciale con fratture multiple. L’interrogatorio, alla presenza del suo difensore, l’avvocato Roberto Di Loreto, era finalizzato ad accertare se anche altre persone avessero colpito Daita durante la lite, dal momento che le fratture multiple rilevate dai medici potrebbero essere non compatibili con l’unico pugno che l’indagato sostiene di avere sferrato per difendersi. Quest’ultimo però ha confermato dinanzi al PM di avere colpito Daita con un solo pugno, al mento, aggiungendo di essersi subito allontanato da piazza Vico per ritornare alcuni minuti più tardi, quando sul posto era già arrivata un’ambulanza. Il suo difensore ha chiesto che venga disposto, con incidente probatorio, un accertamento tecnico per stabilire se le fratture diagnosticate all’uomo, ora in prognosi riservata in ospedale, possano essere precedenti all’episodio del 28 febbraio.

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