Un passaggio importante dal quale gli investigatori sperano di trarre elementi utili è sicuramente l’autopsia fissata per il tardo pomeriggio. L’accertamento verrà effettuato dal medico legale Cristian D’Ovidio che è stato incaricato dal sostituto procuratore della Repubblica di Chieti, Giuseppe Falasca, e che ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio colposo nei confronti di ignoti. Insomma si cerca in tutti i modi di svelare il mistero della morte di Marco Ricci, il 48enne di Chieti deceduto al policlinico SS Annunziata a seguito di un’infezione contratta dopo il trapianto di fegato, eseguito al policlinico Umberto I di Roma e che comunque era andato a buon fine. L’uomo era stato ricoverato in gravissime condizioni il 21 marzo scorso. Tre giorni dopo il suo ricovero morì la moglie, Morena Capitanio, di 44 anni. In un primo momento per l’uomo, che accusò un malore dopo avere mangiato qualcosa a pranzo, si ipotizzò una tossinfezione alimentare che però non è stata confermata dagli esami. Anche per il decesso della moglie si ipotizzò la stessa causa ma poi non venne riscontrato alcun esito a carico del fegato. Successivamente dall’autopsia è emerso che a causare la morte della donna potrebbe essere stato il forte stress emotivo dovuto alla gravi condizioni del marito. Marco Ricci non è mai uscito dal coma e, dunque, i Carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazioni non hanno mai potuto ascoltarlo. NAS di Pescara, guidati dal capitano Marcello Sciarappa, che fin dal primo momento hanno acquisito molti elementi e tante testimonianze per cercare di fare luce su questo autentico mistero. L’esame autoptico potrebbe indirizzare meglio la pista investigativa soprattutto per le altre eventuali perizie biologiche che verranno disposte.