Curioso come tutto abbia avuto inizio da quel gesto senza tempo: una mamma che nutre al seno il suo bambino. Curioso che dal latte naturale si sia arrivati a quello artificiale, attraverso un’inchiesta che mette al centro la stessa persona, più altre mica tanto di contorno. Le molestie sessuali Giuseppe Sabatino le avrebbe compiute su una mamma impegnata nell’allattamento del proprio neonato, nel reparto di cui è primario, al policlinico di Chieti. Le sue mani, più che visitare le puerpere, si sarebbero prodotte in palpeggiamenti e avances, tanto da spingere le vittime di questa libido intramoenia, almeno due, a denunciarlo. Le tangenti, invece, il professore le avrebbe prese a causa del latte, questa volta artificiale, prodotto da una nota azienda di alimenti per l’infanzia. Consigli per gli acquisti, insomma, però dati alle mamme dietro invito prezzolato dei rappresentanti delle aziende produttrici, almeno due, risultate comunque estranee alla vicenda. Ora Sabatino e altre quattro persone, gli infornmatori medico-scientifici Marco D’Errico Luigi Leccese, Antonio De Panfilis e Gabriele Bellia sono agli arresti domiciliari, in attesa di chiarire le rispettive posizioni davanti agli inquirenti. Gli emolumenti extra itilizzati per ungere il primario ammonterebbero a circa 20.000 euro, soldi promessi o consegnati dai quattro. Molestie e mazzette, dunque: l’inchiesta, partita dalle prime, è approdata a sorpresa anche alle seconde. Se le accuse venissero confermate, si passerebbe dal latte “come natura crea” a quello di un altro genere, del tipo “come l’uomo svilisce”.
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