Chiodi, Venturoni e Baraldi davanti al GUP. “Minacce per imporre contratti a sanità privata”. Ammesse Parti Civili

Buonaiuto firma

chiodi venturoniE’ durata poco più di mezzora la prima udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea,  relativa all’inchiesta sui tetti di spesa delle cliniche private per l’anno 2010. Tra i cinque imputati figurano anche l’ex presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, l’ex subcommissario Giovanna Baraldi e l’ex assessore regionale Lanfranco Venturoni. Gli altri imputati sono due tecnici dell’Agenzia nazionale per i servizi regionali. Pronti via, le difese hanno sollevato eccezione sulla costituzione di Parte Civile delle cliniche private, eccezione però respinta dal Gup: “Un riconoscimento importante quello del Giudice – sottolinea l’avvocato di Parte Civile Tommaso Marchese – a dimostrazione del fatto che ci troviamo di fronte ad un processo importante, da seguire con attenzione e  che potrebbe riservare molte sorprese.”  Nel mirino della magistratura c’è il ridimensionamento dei tetti di spesa del settore. Secondo l’accusa Chiodi, coinvolto in qualità di ex commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo della sanità, avrebbe fatto firmare alle cliniche private contratti di prestazione di assistenza ospedaliera, collegando la firma al pagamento dei crediti che le cliniche vantavano nei confronti della Regione. Le accuse, a vario titolo, sono falso, violenza privata e abuso d’ufficio.
Gli imprenditori, secondo la Procura di Pescara, sarebbero stati costretti a sottoscrivere i contratti di prestazione di assistenza ospedaliera con la Regione attraverso “un generale atteggiamento ostruzionistico” volto sia a “non fornire i dati per procedere all’attuazione della metodologia utilizzata per realizzare i tetti di spesa” che a “congelare la procedura dei pagamenti pregressi, dichiarando di sbloccarli in cambio della firma dei contratti” unilateralmente fissati dalla Regione. Una sorta di “prendere o lasciare”, insomma, ma imposto con la minaccia di non sbloccare i crediti maturati dalle cliniche. Sintomatica della condotta configurata dall’accusa come illegale è una telefonata fatta da Chiodi e Venturoni la sera prima della firma dei contratti, il 24 aprile 2010 al titolare di una casa di cura “minacciando che in caso di mancata firma alle condizioni imposte si sarebbe proceduto al disaccreditamento delle case di cura non firmatarie, ridistribuendo il budget loro assegnato alle restanti cliniche firmatarie, costringendo ad accettare le condizioni contrattuali imposte, ed inoltre facendo leva sulla minaccia di mantenere bloccati i pagamenti pregressi”. Prossima udienza il 23 giugno quando sarà affidato l’incarico al perito per la trascrizione delle intercettazioni.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

Sii il primo a commentare su "Chiodi, Venturoni e Baraldi davanti al GUP. “Minacce per imporre contratti a sanità privata”. Ammesse Parti Civili"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato


*