video » Cialente a Bruxelles per la ricostruzione

cialente massimo 2Va avanti su due direzioni la battaglia per la città dell’Aquila e degli altri comuni colpiti dal sisma di quattro anni fa. Da una parte si intensifica il lavoro sui fondi per la ricostruzione mentre l’altro obiettivo è quello si scongiurare la restituzione integrale delle tasse e dei contributi versati per il 40 per cento dalle imprese del territorio. Il Sindaco Cialente oggi è andato a Bruxelles per l’audizione sui fondi per la ricostruzione. Il primo cittadino ha una sua proposta per ottenere ulteriori fondi rispetto al miliardo e 200 milioni disponibili.
La richiesta del Sindaco è quella di consentire, agli Stati dell’Unione Europea, di attingere al Fondo di solidarietà, in caso di eventi disastrosi come quello che si è verificato a L’Aquila nel 2009, aumentando al 15 per cento la soglia prevista dal patto di stabilità.
Intanto il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanni Legnini fa un intervento chiarificatore sulla questione delle tasse sospese in seguito al sisma del 6 aprile 2009.
Il testo del disegno di legge che ne prevede la restituzione integrale, la legge europea 2013, è stato varato dal precedente governo Monti – sottolinea Legnini- e dovrà essere approvato da entrambi i rami del Parlamento. La proposta in questione – continua il Sottosegretario – è finalizzata a dare attuazione alla decisione di esecuzione della Commissione Europea dell’ottobre 2012, con la quale è stata comunicata all’Italia l’ingiunzione di sospensione di ciò che è stato ritenuto essere aiuto di Stato. E ciò – aggiunge Legnini – a seguito della mancata preventiva comunicazione della riduzione di imposte e contributi da parte dei precedenti governi. Il tema è molto delicato e va affrontato con determinazione in sede nazionale ed europea – conclude il Sottosegretario – ed è quello che sto facendo. Ne discuterò al più presto con il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero Milanesi, con il quale concorderemo le iniziative da assumere per salvaguardare innanzitutto le somme rientranti nel “de minimis” e per avviare una nuova trattativa in sede europea per tutelare i diritti, oltre che dell’Abruzzo, delle altre regioni coinvolte, Marche, Umbria, Puglia e Molise.


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